Trama e note:
Luigi ha trentacinque anni e vive nell'hinterland romano. La sua vita è scandita da lavori saltuari e precari, dall'impegno nel dottorato di ricerca, dalle amicizie.
Spiccano tra le sue frequentazioni, Natalia, un'immigrata russa, poi Verena e Giusy - che coltivano con lui la passione per l'impegno politico, per il cinema e per la cultura in genere -, ma soprattutto Antonio che, impiegatosi presto dopo gli studi, è un po' un punto di riferimento per il gruppo.
Luigi vive un rapporto conflittuale con Guido, compagno d'università, il quale si trova a suo agio nei meandri della lotta studentesca, mentre il multirazziale e un po' bizzarro quartiere di residenza, nonché il condominio dove abita, riempiono le sue giornate di episodi eccentrici e liminali.
La comitiva si divide fra battaglie sociali e il piacere di stare insieme, condividendo piccole-grandi avventure, spesso vissute con ironia - come sottilmente ironico e umoristico è l'io narrante -, mentre in altre emerge un ideale romantico dell'esistenza.
Non mancano momenti esilaranti da “gioventù di Campo de' Fiori”, ma sullo sfondo si delinea con potenza e singolarità una certa periferia romana che, di fatto sconosciuta e oggetto di manierismi post pasoliniani, mai è stata trattata nella sua specificità in tempi recenti, preferendo appunto il “comodo” rifugio del romano del nordest per eccellenza, ovvero Pier Paolo Pasolini, il “prezzemolo di Roma”, citato a (s)proposito dal mondo culturale in una variegata gamma di situazioni.
Luigi sperimenta sulla propria pelle le contraddizioni del movimento universitario, ma il mettersi alla prova lo orienta verso nuove domande e diversi sentieri da percorrere, nonostante sia invitato da Giusy e Verena a continuare ad essere un punto di riferimento all'interno dell'occupazione.
Il pendolarismo e la questione rom diventano un particolare metronomo della narrazione, e ci trasmettono il gusto vero e forte anche attraverso il non detto.
Gli accadimenti si susseguono altalenanti in un contesto di cambiamenti individuali e sociali.
Ma c'è un avvenimento più grande che incombe sulle esistenze dei protagonisti e sconvolgerà le loro vite, determinando conseguenze per tutti e segnando sorprendenti tappe del destino.
Le cose non sono sempre come sembrano e le persone che ci sono accanto possono rivelare aspetti reconditi e sconosciuti. Chi sono gli amici di Luigi?
Personaggi, situazioni e dialoghi offrono un orizzonte originale eppure pregnante, forse perché sostanzialmente la periferia italiana è vista più dall'occhio dell'intellettuale che non vi è immerso che da quello di chi la conosce davvero. Il Nordest di Roma assurge a simbolo di un nordest che non è solo un contesto geografico metropolitano, italiano o internazionale, ma un luogo dell'anima ben definito, con il suo essere “bastardo”, ovvero frutto di un'alchimia tra la grande città e il confine dei piccoli centri adiacenti, che spesso si fondono. Come in una sorta di parallelismo, ciò accade anche tra grandi aree geografiche: il movimento orario, “verso est” (e non antiorario) crea l'osmosi continua dell'esistente. Questa identità ibrida genera dei nuovi paradigmi sociali e antropologici, mai affrontati in forma di narrazione.
E anche Pier Paolo Pasolini chi è se non un figlio del nordest?
I protagonisti percorrono un cammino di iniziazione, lungo questa costellazione umana.
Le metafore o allegorie del fuoco e degli elementi, spesso alternate a denominazioni geometriche, tracciano il libro e si fanno polarizzatrici di curiose convergenze, che sconfinano con la cultura pop. E come capita spesso il locale spiega il globale più di ogni altra cosa.