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Costume e società (28)

Il colloquio di lavoro post-Covid: ecco come è cambiato

 La pandemia ha lasciato ben poco di immutato: le relazioni, i risparmi, le vacanze, gli acquisti, la gestione della casa, il lavoro. Sembra davvero che il Covid-19 abbia portato mutamenti in tutti gli aspetti della nostra vita.

Non fanno eccezione nemmeno l'attività di ricerca di un nuovo lavoro da una parte e quella di ricerca di nuovi lavoratori dall'altra. Come è noto, infatti, lo scoppio della pandemia è conciso, in Italia come altrove, con il diffondersi iperbolico del lavoro da remoto, con tante aziende che hanno deciso di mantenere in modo permanente lo smart working. E sì, nel momento in cui la sede di lavoro può trovarsi ovunque, nel momento in cui il contatto umano viene meno, la gestione dei dipendenti cambia in modo importante. Ma non è tutto qui: l'emergenza sanitaria ha portato le aziende a ripensare anche il modo di affrontare e di percepire le crisi, con conseguenze sul piano della produzione, dell'amministrazione e via dicendo.

“Come conseguenza di tutto questo sono cambiati in modo sensibile anche i colloqui di lavoro, e dovrebbero esserne consapevoli sia le persone alla ricerca di un nuova occupazione, sia gli addetti HR e i manager che si troveranno a gestire o a partecipare a questi delicati incontri”, conferma Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera.

«Le aziende, in questo nuovo scenario, hanno tutto l'interesse di capire come i candidati hanno affrontato la crisi» spiega l'head hunter «sia per sapere come quella persona potrà porsi di fronte a quelli che sono, si spera, gli ultimi mesi dell'emergenza, sia per comprendere qualcosa in più sulla persona che si ha di fronte».

Chi è alla ricerca di un lavoro, e che dopo aver inviato il proprio curriculum vitae in risposta a un annuncio viene contattato per un colloquio, non dovrebbe quindi farsi prendere alla sprovvista da una domanda del tipo “come ha vissuto i mesi di lockdown?” o magari da un quesito più complesso ed estremamente interessante, come “cosa ha fatto durante la pandemia per migliorare la sua situazione professionale o personale?”.

Come spiega Adami, «a contare nelle risposte che si danno a queste domande non è quasi mai il contenuto in sé, quanto il modo in cui si risponde. A nessuno viene infatti chiesto di affrontare in modo perfetto una pandemia del tutto inaspettata, per la quale non una sola persona era effettivamente preparata. Le risposte possibili sono tantissime, da chi spiega di aver imparato una nuova lingua, da chi ha coltivato un orto dietro casa fino a chi si è dato da fare per mantenere vivo il rapporto con i colleghi».

L'importante, sottolinea Adami, «è essere sinceri, mostrando il proprio personale modo messo in campo per reagire a questa situazione del tutto eccezionale».

Va peraltro sottolineato che nei colloqui di lavoro post-Covid, a poter essere presi di sorpresa da domande inedite, potrebbero essere anche gli stessi intervistatori. I candidati potrebbero infatti avere dei quesiti volti a capire nel dettaglio come si potrebbe svolgere il lavoro da remoto, chiedendo per esempio se, in caso di smart working, sarà comunque garantita la sufficiente formazione ai nuovi assunti. «L'attenzione alla formazione e alla crescita continua, soprattutto tra i più giovani, è altissima» mette in evidenza l'head hunter «ed è quindi fondamentale essere pronti a rispondere a domande di questo tipo.

Altri candidati, dopo essersi informati online sull'azienda, potrebbero inoltre chiedere come sono cambiate le priorità strategiche dell'azienda con la pandemia, e in che modo il neo-assunto dovrebbe dare il proprio contributo per raggiungere i nuovi obiettivi».

Partecipare a un colloquio di lavoro in questo periodo, quindi, potrebbe essere sensibilmente diverso da quanto ci si potrebbe aspettare, da una parte e dall'altra del tavolo.

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Trovare un nuovo lavoro per il 2022: ecco come fare

All'inizio del nuovo anno è buona norma tirare le somme sull'anno appena trascorso e formulare buoni propositi per i mesi a venire. Di sicuro uno dei temi principali è quello del lavoro, attività che occupa una fetta molto importante della nostra vita: avere un'occupazione che ci stimola e che ci dà delle soddisfazioni è infatti uno degli elementi principali per avere una vita felice. Come è noto, però, durante questi due anni di emergenza sanitaria molte persone hanno messo in pausa i propri sogni di carriera, rimandando tutto al post Covid-19.

Queste ultime settimane hanno purtroppo confermato ancora una volta che il virus resterà parte integrante della nostra quotidianità, ancora per qualche tempo. Per per questo motivo "il primo consiglio per chi desidera cambiare lavoro è quello di non posticipare oltre" commenta di Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera.

Come spiega l'head hunter, infatti, «mettersi alla ricerca di un nuovo lavoro non vuol dire per forza abbandonare l'occupazione attuale, e proprio per questo chi desidera cambiare non ha alcun motivo di attendere, tanto più quando si è davvero convinti di poter trovare la soddisfazione cercata in un altro luogo di lavoro».

«Gennaio, soprattutto dopo la prima metà, è uno dei mesi migliori dell'anno per trovare un nuovo lavoro» sottolinea Adami «poiché le aziende, per mettere in atto i loro nuovi programmi, hanno spesso bisogno di inserire in organico nuovi talenti. Per questo motivo il mio consiglio è quello di sfruttare le ultime settimane dell'anno e i primi giorni di gennaio per aggiornare il proprio curriculum vitae, rendere più efficace il proprio profilo LinkedIn, e colmare eventuali lacune a livello di hard skills, migliorando per esempio le proprie conoscenze dell'inglese o in campo informatico».

In questo modo a metà gennaio si sarà pronti per dare il meglio di sé sul mercato del lavoro.

Il problema di tanti è però organizzare la ricerca del lavoro in modo da aumentare concretamente le possibilità di avere riscontri positivi da parte dei recruiter.

«Molte persone affrontano questa attività nel modo sbagliato, rispondendo a tantissimi annunci in pochi giorni per poi rimanere deluse nel non ricevere nessun feedback positivo» dice l'head hunter, per poi spiegare «che l'approccio più efficace non premia la quantità, quanto invece la qualità. È molto meglio avere le idee chiare sul lavoro che si intende cercare, delineando settore, ruolo, posizione geografica, stipendio e via dicendo, e limitarsi poi a rispondere con cura ai solo annunci coerenti con le proprie esigenze. Così facendo si potrà dedicare l'attenzione dovuta a ogni candidatura, per studiare per bene l'azienda e creare un cv e una lettera di presentazione ad hoc», conclude Carola Adami

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VI° edizione del Premio Las Mariposas - Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

Salerno, 23 novembre 2021

La VI° edizione del Premio Las Mariposas si svolgerà il prossimo 25 novembre-Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne-, dalle ore 10, presso il Teatro Ghirelli di Salerno. Il Premio viene promosso ed organizzato dall'Associazione italo-dominicana Paifa-www.associazionepaifa.com, con sede a Salerno, che lavora da anni per l'integrazione e la condivisione della cultura della Repubblica Dominicana con quella italiana valorizzando l'operato, in particolare delle donne dominicane immigrate, con progetti sociali e culturali. Il Premio Las Mariposas nasce per ricordare il sacrificio delle tre sorelle Mirabal, denominate le Las Mariposas-Le Farfalle che il 25 novembre 1960 furono trucidate a Santo Domingo dal tiranno Rafael Leonida Trujillo. Da allora il 25 novembre è diventata, con proclamazione da parte dell'ONU,  la data in cui si celebra la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.  Il Premio Las Mariposas è rivolto a tutti gli studenti delle scuole secondarie e superiori della Città di Salerno e della Regione Campania coinvolgendoli con la realizzazione di lavori letterari, artistici e audiovisivi in memoria delle sorelle Mirabal. I lavori migliori  vengono scelti e premiati da una giuria  dedicata.   

La conferenza stampa di presentazione del Premio Las Mariposas 2021 si è svolta ieri, 22 novembre, dalle ore 11, nel ristorante Locanda Tancredi-www.locandatrancredi.it, situata  in via S. Nicola del Palumbo, n.2 a Salerno. Il meeting stampa è stato organizzato con il patrocinio del Comune di Salerno- Assessorato Pari Opportunità, in sinergia con l'Associazione internazionale Miss Chef-www.misschef.net e la Locanda Tancredi.     

La presentazione e l'ufficio stampa della conferenza sono stati a cura della giornalista internazionale Mariangela Petruzzelli, presidente dell'Associazione Miss Chef. Pasqualina Memoli, vice-sindaco della Città di Salerno e Assessore alle Pari Opportunità ha aperto la conferenza con i saluti istituzionali. Relatori dell'incontro stampa sono stati: Gaetana Falcone-Assessore Pubblica Istruzione del Comune di Salerno,  Janet Bautista Gomez, presidente dell'Associazione Paifa, Chiara Tancredi, proprietaria del ristorante Locanda Tancredi e referente Miss Chef per Salerno e provincia. Sono intervenuti: le componenti del comitato organizzativo del Premio Las Mariposas che sono Anna Maria Vitale, Anna Serlinga, Pina Sozio presidente di giuria del Premio, Rina Picella; Anna Martulano, dirigente scolastico dell'Istituto Tecnico”Calcedonia De Filippis” di Salerno e l'avvocato Antonia Provenza del centro di ascolto Las Mariposas a Salerno.

La vicesindaco di Salerno, dott.ssa Pasqualina Memoli, in apertura della conferenza stampa di ieri, ha evidenziato: E' importante che le istituzioni politiche sostengano iniziative come quelle del Premio Las Mariposas- organizzato con grande competenza dall'associazione Paifa di Salerno con la sua presidente Janet Bautista- in occasione del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne per cui non si fa mai abbastanza. Oggi è necessario rivolgersi soprattutto ai ragazzi, come fa il Premio Las Mariposas, per educare ai comportamenti di rispetto e legalità soprattutto nei confronti delle donne. Sono un medico e so bene cosa vuol dire intervenire in caso di violenza e di abuso di una donna. Esprimo plauso anche  al lavoro internazionale dell'associazione Miss Chef con Mariangela Petruzzelli e Chiara Tancredi perchè solo il lavoro e l'impresa delle donne può dare dignità alle altre donne contro le emarginazioni e le violenze.  A breve costituiremo la consulta delle donne della Città di Salerno cui tutte le donne delle associazioni qui presenti verranno invitate a far parte per lavorare tutte insieme a progetti concreti soprattutto contro le violenze”.

L'Assessore alla pubblica istruzione della Città di Salerno, dott.ssa Gaetano Falcone, ha affermato: “Lavoro con l'associazione Paifa da anni e lo fa con atto d'amore e impegno perchè coinvolge, prima di tutto, le scuole ed i ragazzi. Educare le nuove generazioni contro le violenze sulle donne è prima di tutto un dovere. Sarebbe anche molto interessante dare vita ad un campo di baseball a Salerno, progetto sportivo che da anni Paifa e Janet Bautista vorrebbero realizzare qui per formare giovani e meno giovani al valore dello sport anche contro le violenze”.

Janet Bautista Gomez, presidente dell'Associazione Paifa, ha dichiarato: “Sono emozionata di annunciare la VI° edizione del Premio Las Mariposas che l'anno scorso, a causa del covid, abbiamo realizzato con un video online. Tornare in presenza è molto importante  per ricordare il sacrificio delle sorelle Mirabal, simbolo ed esempio per tutte le donne vittime di violenza nel mondo. Ringrazio tutte le donne, sia delle istituzioni che attive in campo sociale, che sostengono il Premio Las Mariposas: tutto il comitato organizzatore, le insegnanti delle scuole coinvolte, Mariangela Petruzzelli di Miss Chef, Chiara Tancredi e  il vicesindaco Memoli e l'assessore Falcone”.  

La sinergia tra l'Associazione Paifa e l'Associazione Miss Chef si consolida ancora di più in occasione del Premio Las Mariposas 2021. Janet Bautista Gomez è anche Miss Chef Roma 2019 e venne come madrina a New York-USA nell'ottobre 2019 durante la sesta edizione del Premio MISS CHEF NY. In quella occasione Mariangela Petruzzelli, presidente Associazione Miss Chef e Janet Baustista con Nino Melito Petrosino, pronipote del noto poliziotto Joe Petosino, furono ricevuti in Consolato Dominicano a NY. Mariangela Petruzzelli, presidente di Miss Chef, ha evidenziato: “Sono lieta ed onorata di tornare a collaborare con Janet Baustista e l'Associazione Paifa. Da marzo 2018 è anche nato lo “spin-off” sociale di Miss Chef: il progetto “Donne intelletto d’amore e oltre”, una rassegna di conferenze-evento nazionali ed internazionali che intendono raccontare, in modo multiculturale e trasversale, il mondo delle donne ed il loro potere creativo e di rinascita sempre facendo trionfare bellezza, amore ed intelligenza del cuore contro la violenza, l'emarginazione, l'abuso di potere, l'ignoranza e l'arroganza partendo dalle azioni socio-istituzionali messe in campo per la tutela delle donne contro il femminicidio, le violenze ed i maltrattamenti domestici e non, in un confronto internazionale di progetti e competenze tra Italia, USA e Centro-America.  Lavoriamo da anni anche con Minou Mirabal, già ministro di giustizia nella Repubblica Dominicana e figlia di Minerva una delle tre sorelle Mirabal, trucidate  il 25 novembre del 1960.  Ringrazio anche, per sagacia e interventismo, Chiara Tancredi che è referente Miss Chef per Salerno e provincia che ha messo a disposizione la sua bella struttura ricettiva per questa importante occasione. Il 25 novembre saranno presenti anche due amici e partner dell'Associazione Miss Chef: Nino Melito Petrosino, pronipote di Joe Petrosino, simbolo internazionale di legalità e Caterina Villirillo, presidente dell'Asssociazione Libere Donne di Crotone con cui Miss chef collabora dal 2012 anche per ricordare Lea Garofalo, vittima di un caso eclatante di femminicidio, con la divulgazione della bambola Lea realizzata dalle libere donne. Con Libere Donne abbiamo fatto partire il progetto di Accademai sociale di cucina con corsi formativi e attivazione delle politiche del lavoro in campo eno-gastronomico che partiranno dal 2022  anche grazie alla rete nazionale e internazionale imprenditoriale di Miss Chef per dare vita ad una progettualità permanente e continua  con la senatrice Silvia Vono della commissione femminicidio al Senato e con la Ministra per le Pari Opportunità  Elena Bonetti”.  

Chiara Tancredi, proprietaria del ristorante Locanda Tancredi e imprenditrice turistica  nonché referente dell' associazione Miss Chef a Salerno e provincia, ha detto: “Ho deciso di sostenere senza remore l'iniziativa Premio Las Mariposas su indicazione di Mariangela Petruzzelli, essendo lieta ed onorata di essere da un mese referente di Miss Chef per Salerno e provincia.  E' importante anche il supporto delle istituzioni donna qui presenti oggi come anche quello dell'imprenditoria femminile a supporto serio e concreto per aiutare le donne vittime di violenza.”                          

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Digital transformation e colloqui da remoto: 6 consigli per le aziende

 Fino a qualche mese fa i colloqui da remoto, realizzati mediante videocall, erano una rarità, un’opzione utilizzata solo in particolari i casi, e unicamente da aziende e da agenzie che avevano saputo prendere di petto la digital trasformation.

L’emergenza sanitaria internazionale ha però rivoluzionato in modo importante anche il mondo della ricerca e selezione del personale, mettendo al centro dei processi proprio la tecnologia video per il recruiting dei migliori talenti. E se da una parte i candidati hanno dovuto ripensare le migliori tecniche e i più efficaci approcci per affrontare un colloquio da remoto, dall’altra parte anche le aziende, abituate a effettuare delle interviste in presenza, si sono trovate costrette ad adattarsi alla situazione.

«Lo strumento della videocall resterà indubbiamente una parte integrante del processo di selezione del personale, ben oltre le esigenze dettate dalla gestione dell’emergenza sanitaria» spiega Carola Adami, head hunter e CEO della società  di selezione di personale qualificato Adami & Associati (www.adamiassociati.com).

«Di fatto le esigenze di distanziamento sociale, da questo punto di vista, hanno velocizzato un processo già avviato all’interno del settore del recruiting, andando a sottolineare i vantaggi, in molti casi, di effettuare dei colloqui da remoto, con benefici concreti sia per l’azienda che per i candidati», spiega ancora l’head hunter.

Ma in che modo vanno organizzati i colloqui da remoto da parte dei recruiter? Come è possibili gestirli al meglio, così che le interviste a distanza abbiano la medesima efficacia dei classici colloqui di lavoro in presenza?

Carola Adami ha sottolineato 6 linee guida da seguire, per eseguire al meglio un colloquio di lavoro a distanza.


LE 6 LINEE GUIDA PER COLLOQUI DI LAVORO DA REMOTO DI SUCCESSO

1- Istruire il candidato

Nel momento in cui si contatta un candidato per fissare un colloquio di lavoro da remoto è necessario essere molto precisi, con una serie di indicazioni pratiche volte a preparare il terreno per un’intervista fluida ed efficace. È dunque necessario condividere con anticipo le necessarie informazioni relative alla piattaforma per videochiamate che verrà utilizzata, all’uso di cuffie e microfoni e via dicendo.

2- Preparare l’hardware

Non solo il candidato deve prepararsi al meglio per affrontare il colloquio di lavoro. Anche chi condurrà l’intervista da remoto deve fare lo stesso, controllando la connessione, la carica del dispositivo, il funzionamento di videocamera e microfono. Sono da preferire, in ogni caso, computer desktop e portatili, affidandosi a dei dispositivi mobili solo quando non è possibile fare altrimenti.

3- Fare un test

Prima di avviare i colloqui da remoto è necessario effettuare dei test, per individuare la presenza di eco o il corretto posizionamento della videocamera del pc. A questo proposito, quest’ultima va posizionata in modo che sia visibile il mezzo busto dell’intervistatore. È da evitare, invece, il posizionamento troppo vicino della videocamera.

4- Guardare in camera

Per analizzare il candidato intervistato il selezionatore deve studiare anche la sua gestualità e le sue espressioni, prendendo quindi in considerazione anche il linguaggio del suo corpo. Ciononostante, in alcuni precisi momenti è bene staccare lo sguardo dallo schermo per puntarlo invece verso la videocamera – posta abitualmente subito sopra: in questo modo si potrà dare al candidato l’impressione di guardarlo dritto negli occhi.

5- Lo sfondo giusto

Per una videochiamata il più possibile efficace è fluida sono da evitare gli sfondi “classici”, come per esempio le librerie: per fare in modo di restituire un’immagine nitida e chiara è consigliabile posizionarsi di fronte a uno sfondo neutro, come per esempio una parete bianca, meglio ancora se in un ambiente illuminato con della luce naturale.

6- Ripensare le tempistiche

Fare dei colloqui di selezione da remoto significa muoversi in modo più veloce. Per programmare un colloquio in videocall non è necessario aspettare delle settimane: se infatti solitamente per affrontare un colloquio di lavoro i candidati devono ritagliarsi almeno mezza giornata libera, nel caso delle videochiamate basterà un’ora del loro tempo. Non sarà poi necessario prenotare delle sale riunioni, né programmare spostamenti. Questo significa che è possibile – e consigliabile – ripensare il ritmo del processo di selezione del personale, a tutto vantaggio di azienda e candidati.

Per saperne di più visitare il sito internet www.adamiassociati.com.

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Le riflessioni del Manzoni su guerra e pestilenze: quando la mente si lascia vincere da presunzione e stoltezza

È stato pubblicato lo studio che si propone di analizzare “I promessi sposi“, il capolavoro manzoniano, che tratta un punto di vista particolare: la presenza di quel che di peggio esiste nel mondo, di quel male che nella storia assume diverse forme. Quasi un quadro apocalittico, a livello civile, morale, esistenziale.

L’opera, dal titolo “Guerra carestia peste con i Frati Cappuccini nell’opera manzoniana“, elaborata dal Prof. Francesco Di Ciaccia, docente presso l’Università Statale di Milano, al Dipartimento di Filologia moderna, ed esperto dell’opera manzoniana,  accosta successivamente le tre tematiche ricordate nel titolo: la guerra, la carestia e la peste, cogliendo quanto di queste realtà sia imputabile alla mente umana quando non sia sorretta dalla fede, e si lasci vincere dalla malattia del volere, dalla presunzione e dalla stoltezza.

Parlare di distruzioni e massacri, parlare dei morsi della fame e dell’inedia generalizzate, parlare di patimenti con lo spettro di pandemie che prostrano il tessuto sociale non significa altro che parlare dell’umanità.

Raccontare la storia universale. Ma non è tutto. Se fosse solo questo, sarebbe quasi un bel vivere. Si deve anche parlare di offuscamento dell’intelletto, si deve anche dire del dominio dell’“opinione” sulla ragione.

La coscienza ne resta stordita. E si affollano i pregiudizi, si addensano le paure, si scatenano ingiustizie. Tutto ciò, ho detto, non è romanzo. O meglio: è romanzo. Ma romanzo così desolante, che è realtà storica: avvenimenti nel tempo e nello spazio.

Tutto questo è nell’opera di maggior successo di Alessandro Manzoni.
Però, nella storia c’è anche la consolazione di contro alla disperazione, c’è anche il dono di contro alla rapina, c’è anche la difesa del giusto e del debole di contro alla sopraffazione e all’angheria, e c’è l’amore, che cura, di contro all’incuria.

E questo è romanzo. O meglio: non è romanzo.

È romanzo così verosimile, che anch’esso diventa realtà.

Si tratta, per dirlo con un titolo, de “I promessi sposi”, con l’Appendice della Storia della Colonna infame.

Certo, nel libricino che io presento c’è anche dell’altro. C’è studio critico, c’è indagine storica, c’è qualche osservazione addirittura filosofica, se non proprio teologica, e c’è molta storia dei frati minori cappuccini nel loro servizio, diventato addirittura ufficiale, pubblico, socio-civile, nella società europea Cinque-Seicentesca, alla popolazione strapazzata dalla pandemia” spiega il Prof. Di Ciaccia.

Si tratta dunque di un libricino, sì, ma abbastanza variegato da prendere in considerazione, ad esempio, anche i rapporti di Alessandro Manzoni con le istanze risorgimentali dell’Italia, la sua posizione nei confronti del potere temporale del papato.

Ma c’è anche spazio per immersioni esistenziali nel romanzo e fuori dal romanzo, per stralci biografici e storici su personaggi ed episodi, nel romanzo e fuori dal romanzo, come la cantonata della cannonata in un cantone di Milano, in quel di Monforte, il 9 maggio 1898. In pratica c’è da leggere e c’è da tralasciare. Tutto dipende dai gusti, dal tempo e soprattutto dalla curiosità“, conclude il Prof. Francesco Di Ciaccia.

Gli interessati possono trovare l’opera “Guerra carestia peste con i Frati Cappuccini nell’opera manzoniana”, Edizioni Biblioteca Francescana (549 pagine 549 + 64 illustrazioni f.t., in b/n e a colori, € 34,00 (I.C.), ISBN 978-88-7962-335-3) in 2 modi:

1. Chiedendola a Edizioni Biblioteca Francescana, Piazza Sant’Angelo, 2, 20121 Milano (MI), tel./fax: +39-02.29002736 e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

2. Cercandola direttamente nei vari store online: https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=guerra+carestia+peste.+con+i+frati+cappuccini+nell%27opera+manzoniana, o acquistandola direttamente tramite l’ecommerce della Eidizioni Biblioteca Francescana, alla pagina web http://edizioni.bibliotecafrancescana.it/it/centro-studi-cappuccini-lombardi-nuova-serie/357-guerra-carestia-peste-con-i-frati-cappuccini-nellopera-manzoniana.html.

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Coronavirus: con il Progetto Silver tecniche di “ascolto attivo” e “medicina narrativa” per curare a distanza gli anziani

Nel cuore di Milano si sperimenta un approccio del tutto nuovo alla odontoiatria nella terza età, in tempo di Coronavirus:  tecniche di “ascolto attivo” e “medicina narrativa” per curare anche a distanza.

Gli anziani, attori sempre più rilevanti delle nostre città, sono sempre più soli: nella fase di lockdown si sono allentati anche i rapporti con medici e specialisti che li hanno in cura, rischiando così il totale isolamento. Se ne sono andati in molti, in silenzio, con il Coronavirus, lasciandoci un grande vuoto. La loro scomparsa è anche perdita della saggezza, della memoria e delle esperienze che hanno dato lustro alla nostra nazione.

Bisogna convivere con il COVID-19 nei prossimi mesi e gli anziani, soprattutto se affetti da patologie croniche, rappresentano un terreno fertile per il virus. Secondo recenti dati ISTAT, la frequenza delle patologie croniche aumenta con l’avanzare degli anni: già nella classe 55-59 anni ne soffre il 53%, tra le persone ultra settantacinquenni la quota raggiunge l’85,3%

Gli anziani necessitano di essere rassicurati per riprendere una vita di relazioni e guardare con serenità il futuro. Oggi è possibile essere seguiti e curati anche a distanza, grazie alle tecniche di ascolto attivo, alla medicina narrativa e alla telemedicina. Bisogna tendere ad una visione in itinere della salute del paziente anziano, perché patologie e problematiche oggi solo in nuce, possono subire una repentina evoluzione in brevissimo tempo. La medicina del futuro sarà sempre più multitasking, molti la definiscono già la medicina delle quattro P: Personalizzata, Predittiva, Preventiva e Partecipativa.

Ad una rinnovata sensibilità del rapporto medico-paziente guarda la Medicina Narrativa (Narrative Based Medicine): fondata in America negli anni novanta da Rita Charon, della Facoltà di Medicina della Columbia University, oggi sta raccogliendo molti consensi anche in Italia in quanto si avverte la necessità di far interagire l’aspetto scientifico, proprio dell’attività clinica (disease), con il vissuto della malattia da parte del paziente (illness).

Un esempio di questo innovativo approccio è il Progetto Silver, ideato da Lea Di Muzio e realizzato da DentalBreraClinic, uno studio odontoiatrico situato in via Brera a Milano. I due titolari Stefano Gracis e Matteo Capelli vantano una lunga esperienza clinica e un continuo confronto con realtà internazionali.

Il progetto, che ha avuto il lancio sulle più importanti agenzie di stampa, propone una nuova visione della Odontoiatria geriatrica, branca della Odontoiatria che nei prossimi anni vedrà un significativo sviluppo, per l’inarrestabile processo d’invecchiamento della popolazione nei paesi occidentali.

Elemento fondante del Progetto Silver è il recupero della dimensione emozionale e culturale della cura, il rispetto dell’individualità, l’aspetto etico. L’evidenza scientifica che governa i protocolli clinici interagisce con lo studio del carattere e della personalità del paziente, i dati contenuti nella scheda anagrafica e anamnestica si integrano con il racconto che il paziente fa di sé. La raccolta delle informazioni diventa così multidimensionale: entrano in gioco la componente soggettiva, l’identità personale, la lettura e l’interpretazione che il paziente fa del piano di cura che gli viene proposto. E’ ciò che permette di instaurare un rapporto simmetrico tra il clinico e il paziente.

Il coordinatore terapeutico, figura centrale del Progetto Silver, segue il paziente in itinere, la relazione non si esaurisce con il rapporto vis-à-vis ma continua anche a distanza. Cambia lo scenario, il contesto della relazione, ma non l’essenza: prima del lockdown, il paziente veniva accolto nella saletta riservata di via Brera – dove ha sede lo studio odontoiatrico -oggi il paziente è nell’intimità della sua casa, fra i suoi ricordi, nell’ambiente che gli è familiare.

Il paziente con il Progetto Silver viene inserito in uno dei due percorsi di cura studiati dall’equipe di DentalBreraClinic, contrassegnati dal colore verde, se non si presentano problematiche particolari, arancio se si rilevano patologie sistemiche come il diabete, per monitorarne l’evoluzione. Elemento fondante del progetto è l’approccio interdisciplinare: l’attività clinica dello studio odontoiatrico viene affiancata da un team di medici specialisti come lo Gnatologo, il Patologo orale, il Nutrizionista.

La bocca fa da sentinella della salute in quanto riesce ad intercettare quelle forme patologiche e disfunzionali tipiche delle malattie sistemiche. La interdisciplinarietà apre anche le porte alla telemedicina: il paziente può tranquillamente controllare da casa il suo indice glicemico comunicando i valori rilevati al medico di base per una rivalutazione della terapia farmacologica, tenendo presente che il diabete può influenzare negativamente anche l’evoluzione della parodontite.

La lunga esperienza maturata in DentalBreraClinic con i pazienti anziani, grazie all’alta specializzazione in ambito protesico, ha dato vita ad un piccolo Osservatorio di odontoiatria geriatrica. I casi che vengono esaminati nell’attività quotidiana sono attentamente documentati guardando non solo l’aspetto clinico ma lo stile di vita del paziente, le abitudini alimentari, il quadro familiare, informazioni preziose che andranno ad alimentare il Fascicolo Sanitario elettronico del paziente.

Il Progetto Silver, infine, apre le porte al mondo esterno, nell’ottica di una medicina che dovrà essere sempre più integrata e territoriale. Agli incontri “La bocca, specchio della salute” organizzati periodicamente (con il patrocinio dell’OMCeO di Milano) partecipano Medici di Medicina Generale e Geriatri, per analizzare e riflettere insieme sulla correlazione delle malattie sistemiche, proprie dell’età e i problemi del cavo orale. Gli incontri si svolgono in un clima fondato sulla collaborazione e sulla condivisione di esperienze e metodologie.

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In uscita il primo Dizionario Italiano-Lakota

A battesimo il primo dizionario Italiano-Lakota, per salvare una lingua dalla estinzione
Grande plauso e consensi da studiosi e appassionati per il “Lessico Lakota”, il primo dizionario in italiano della lingua Lakota, parlata dal famoso popolo dei guerrieri Sioux-Lakota, in uscita la prossima settimana. A realizzare l’opera, la casa editrice Mauna Kea con le due curatrici, Raffaella Milandri e Myriam Blasini. L’obiettivo è salvare una preziosa lingua nativa americana, ma anche pubblicare il dizionario entro il 2019, che è l’Anno Internazionale delle Lingue Indigene proclamato dall’ONU. Ogni linguaggio è un depositario di identità, storia culturale, tradizioni e memoria, quindi vitale; e le lingue parlate dai popoli indigeni, come i Nativi Americani, sono in via di estinzione.
Nell’allarme lanciato dall’ONU, si sottolinea come su 7000 linguaggi parlati nel mondo, oltre il 40% sia a rischio di scomparire in pochi anni. Dato che la lingua Lakota è stata fino a metà dell’Ottocento una lingua solo parlata e mai
scritta, e che vi sono svariate interpretazioni della stessa, il “Lessico Lakota” è tratto da approfonditi studi delle fonti più autorevoli; ad accompagnarlo, storia, tradizioni e mitologia del popolo nativo americano. Commenta Raffaella Milandri: “Questo libro vuol dare un contributo prezioso alla cultura e alla identità del popolo Sioux-Lakota, e dare in parte giustizia alla opera di violenta prevaricazione culturale subita da milioni di nativi americani. Non dimentichiamo che la lingua Lakota, insieme a quella Navajo e ad altre, hanno contribuito attraverso i famosi code talker a salvare il mondo dalla piaga della Seconda Guerra Mondiale, usando questi linguaggi come codici indecifrabili
per i criminali nazisti”. La Milandri è attivista per i diritti umani dei popoli indigeni ed è dal 2019 membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana, e adottata dal 2010 nella famiglia Black Eagle, la stessa famiglia della tribù Crow che adottò Barack Obama nel 2008. A fare da corollario al dizionario, storia e tradizioni del Lakota e citazioni dei famosi guerrieri e leader di questo popolo: Cavallo Pazzo, Toro Seduto, Alce Nero e Nuvola
Rossa, nomi che echeggiano nella leggenda in tutto il mondo. L’evento di “battesimo” ufficiale del dizionario sarà a San Benedetto del Tronto il 20 dicembre, all’interno della manifestazione della Onlus Omnibis Omnes “Homo, Festival dei diritti, delle culture, dei popoli”.

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Nazionale Cantanti e Nazionale Magistrati “Il Cuore in Campo contro La Violenza”

Sabato 9 novembre la Nazionale Italiana Magistrati scenderà in campo con la Nazionale Italiana Cantanti per l’amichevole “Il Cuore in Campo contro La Violenza”, una manifestazione realizzata in collaborazione con la Rete di Cittadinanza e Comunità con il patrocinio del Comune di Frattamaggiore.
Le due squadre, “legate” da una grande amicizia dal 1994, si contenderanno la vittoria della partita a sostegno di una importantissima causa umanitaria per la tutela della Terra dei Fuochi e contro la violenza sulle donne e i minori.
 “Il Cuore in Campo contro La Violenza” sarà uno degli eventi del progetto promosso dell’Associazione Nazionale Italiana Cantanti  "Un Angelo di nome Fortuna", finanziato dal DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITA’, con lo scopo di informare e sensibilizzare gli studenti -  in particolare quelli degli Istituti d’Istruzione Superiore - del territorio e in generale l’opinione pubblica, su una tematica di preoccupante attualità e rilevanza sociale: la violenza di genere e sui minori.
La partita del 9 Novembre ha come obbiettivo quello di favorire una riflessione volta ad una presa di coscienza all’interno del cambiamento nei comportamenti socio-culturali e prevenire e contrastare questo orrendo fenomeno che ci chiama ad una responsabilità sociale e non solo individuale.
Un progetto “corale” che vede la collaborazione della Rete di Cittadinanza e Comunità, realtà associativa da alcuni anni impegnata attivamente nella Terra dei Fuochi sul versante della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini e per l’affermazione della centralità della persona. 
L’incasso della partita e un ulteriore contributo economico donato dalla Nazionale Cantanti, saranno interamente devoluti all’Associazione Lello Volpe con i Bambini;  questi fondi saranno la “prima pietra” per la start up di un importante progetto di ricerca Veritas 2.0 rivolto ai bambini ammalati della Terra dei Fuochi.
Sabato 9 Novembre a Frattamaggiore sarà una giornata speciale, di comunicazione e sensibilizzazione, per diffondere un messaggio di contrasto e tolleranza zero nei confronti della violenza di genere, un momento fortemente inclusivo per il territorio e un’occasione di denuncia delle condizioni di degrado ambientale in cui versa la Terra dei Fuochi, che richiedono un intervento urgente da parte delle istituzioni quale strumento di prevenzione a ogni tipo di violenza.
 
Programma  Sabato  9 Novembre Stadio Pasquale Janniello :
Ore 10.00  - testimonianze/incontri con gli studenti  Stadio Pasquale Janniello
Ore 11.00 - fischio di inzio Nazionale Cantanti e Nazionale Magistrati  “Il Cuore in Campo contro La Violenza”
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DJ ANICETO OSPITE DI I.T.SVIL ALL' "HACKATHON TALENTS FOR BUSINESS" A PONTECAGNANO (SA)

Questa mattina Robbie Aniceto, in arte Dj Aniceto, uno dei dj piu’ impegnati nel sociale, guru dei sani valori nei programmi tv di Piero Chiambretti e già Membro della Consulta degli operatori ed esperti per le politiche anti-droga a Palazzo Chigi è stato ospite per l'azienda "IT Svil", società di servizi operante nel campo dell'information & Communication Technology, di un evento di alta rilevanza sociale denominato: "Hackathon Talents For Business".
L'Hackathon è una sfida che nasce con l'obiettivo strategico di offrire opportunità di confronto con il mondo del lavoro agli studenti delle scuole superiori; questa iniziativa ha fatto parte dell'evento denominato "Borsa Mediterranea Formazione e Lavoro" che si è conclusa oggi a Pontecagnano (Sa).
"Ringrazio il Ceo di I.t.Svil, il dott. Carlo Mancuso e il giornalista Mario Guarini che mi hanno proposto di partecipare a questa lodevole iniziativa" - ha affermato Aniceto raggiunto telefonicamente - E' molto bello che aziende del sud Italia diano subito un'opportunità lavorativa a studenti meritevoli appena usciti dalle scuole superiori. Sono sempre stato convinto che un lavoro gratificante possa allontanare i ragazzi dalla cattiva strada , vorrei che il governo italiano si attivasse per dare maggiori possibilità ai giovani, che troppo spesso nel mezzogiorno sono costretti ad abbandonare le proprie città di origine o addirittura emigrare all'estero per trovare un dignitoso posto di lavoro.
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Presentato a Roma il libro di Nadège: top model e icona della moda degli anni 90

L’affascinante top model Nadège Dubospertus, icona della moda e musa di numerosi stilisti, ha presentato a Roma il suo libro “Strong & Chic” nello splendido ed elegante Hotel Des Époques di via Nomentana.

Nadège ha deciso in questo scritto di raccontare la donna dietro la modella e di dividere il suo percorso di vita personale e spirituale che l’ha portata ad essere la donna che è oggi: serena, realizzata e bella. Il testo rappresenta uno scrigno che racchiude preziosi consigli su come prendersi cura del proprio corpo e della propria mente. Tra i relatori presenti alla conferenza il giornalista e scrittore Ruggiero Capone, la storica dell’arte Anna Maria Cerione e il critico letterario nonché editore Andrea Menaglia. Una presentazione esclusivamente su invito rivolta a giornalisti e volti noti curata in ogni particolare dalla sociologa e presentatrice Deborah Bettega che ha accolto i numerosi intervenuti per Nadège. Attrici, attori e registi come Pino Quartullo, Gianfrancesco Lazotti, volti del piccolo e grande schermo come Alex Partexano, Elena Russo, Chiara Sani, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Rita Carlini e produttori come Claudio Bucci e Roberto Bessi, personaggi televisivi come Amedeo Goria, Livio Beshir e Roberta Beta, la giornalista Gabriella Sassone, l’etereo modello Roger Garth, il principe e prefetto Fulvio Rocco De Marinis, lo stylist Marco Scorza, la marchesa Giuliana Friozzi, la ballerina Cristina Sciabbarrasi, ecc. La serata è continuata fino a tardi con una gustosa cena ai tavoli della sala Versailles, stile Belle Époques dell’hotel, in cui Nadège scriveva dediche ed elargiva sorrisi disperdendo entusiasmo tra tutti i presenti.

Nadège è stata resa celebre dai più importanti stilisti, tra cui Versace, Armani, Chanel, Valentino, Dior, Christian Lacroix, Ralph Lauren, Calvin Klein e Azzedine Alaïa: all’apice del successo, ha scelto di dare priorità alla famiglia rinunciando in parte alla carriera. Adesso che i suoi tre figli sono diventati grandi, è tornata a frequentare quel mondo che l’ha resa celebre.

È anche grazie a donne come lei che l’attenzione del mondo della moda e del costume sta accendendo i riflettori sul fatto che si può essere belle, attraenti e in pace con se stesse anche “crescendo” in età.

“Strong & Chic” non è un libro che si legge e si mette su uno scaffale, bensì una sorta di guida da consultare spesso per mettere in pratica un modello di vita quasi perfetto!

Deborah Bettega

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