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BOOM DI VISITATORI A VELIA (900) E A SALERNO AL COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN PIETRO A CORTE (300)

Affluenza record ad Ascea (Sa), il parco archeologico di VELIA nel fine settimana (sabato e domenica) ha fatto registrare ben 900 ingressi, con una punta massima proprio domenica 7 agosto (ingresso gratuito v. iniziativa domenicaalmuseo), con  751 visitatori. Bene anche per il complesso monumentale di San Pietro a Corte, a Salerno, con un complessivo 350 unità. Gli altri siti gestiti dalla Soprintendenza ABAP  di Salerno e Avellino, diretta da Francesca Casule, hanno registrato i seguenti numeri: Minori, Villa Romana (113); Mirabella Eclano, Parco  archeologico di Aeclanum (48).   

Il Parco archeologico di Velia coincide con il sito dell’antica colonia di Elea, fondata da coloni greci provenienti da Focea, in Asia Minore, intorno al 540 a. C.“Velia” è il nome romano della città. Posta sul promontorio che anticamente si protendeva sul mare e che oggi separa la piana dell’Alento da quella di Ascea, la città è ben riconoscibile nel circuito delle sue mura e nei principali monumenti, oggi visibili per la maggior parte nei rifacimenti subiti in età romana. L’area del Parco, tutta visitabile, è di circa dieci ettari, e corrisponde a solo una parte dell’antico spazio urbano, di circa novanta ettari. Negli anni ’60 del ‘900 è stata avviata un’intensa attività di ricerca e di esplorazione dell’area che ha portato alla definizione del tessuto urbanistico all’interno della cinta muraria. Da allora il lavoro di ricerca e valorizzazione viene svolto con continuità grazie anche al finanziamento nel 1996 di uno “Studio di fattibilità per il restauro, il riuso e la valorizzazione del Parco Archeologico” che ha dettato le linee guida per la realizzazione di una serie di progetti già realizzati ed ancora in corso, mirati al restauro dei singoli monumenti, alla realizzazione di servizi di accoglienza per il pubblico, all’incremento della ricerca sul terreno, alla creazione di percorsi di visita adeguatamente supportati da apparati didattici. In tale ottica di valorizzazione l’area archeologica di Elea -­ Velia viene riconosciuta tra i Grandi Attrattori culturali della Regione Campania. Il percorso di visita si snoda dalla parte bassa della città antica (c.d. Quartiere Meridionale) occupata dalla necropoli di età romana, dal fronte delle mura e, all’interno di esse, dai complessi abitativi di età ellenistica e romana. Imboccando una stradina che devia sul lato destro si raggiunge la masseria Cobellis che insiste sui resti visibili di un edificio pubblico di età imperiale. All’interno della Masseria è allestito un piccolo antiquarium su due livelli dove sono esposti i modelli delle ricostruzioni dei principali monumenti della città e i reperti più rappresentativi del sottostante edificio di età imperiale. Ritornando indietro verso i quartieri di età ellenistica e risalendo lungo la strada antica si costeggia un edificio termale di età imperiale e continuando la salita a destra si trova la c.d. Agorà, probabilmente un ginnasio o un santuario dedicato al dio Asclepio e infine si arriva alla monumentale Porta Rosa (fine IV -­‐inizi III sec. a.C.). Ridiscendendo la via di Porta Rosa, invece, si imbocca sulla destra il sentiero moderno che conduce al promontorio dell’Acropoli, dove si conservano le abitazioni dei coloni focei (VI sec. a. C.), il teatro e i resti di un tempio. Sono presenti inoltre strutture relative alla costruzione di un castello, tra cui la torre di età angioina che costituisce il punto di riferimento visivo per tutta l’area del golfo di Casal Velino. Nella zona  sono allestite due sedi espositive: la Capella Palatina (dedicata a San Quirino) e la chiesa di S. Maria che ospitano le raccolte dei materiali archeologici più significativi delle diverse fasi di vita della città.

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'Folebaixo duo' in concerto a Salerno

Folebaixo è un duo strumentale brasiliano, formato dal produttore musicale, compositore, bassista e chitarrista Marcelo Pereira e dalla fisarmonicista e tastierista Marina Camargo. Si tratta di un progetto di musica ambient e musica elettronica d'autore che unisce musicisti con strumenti tradizionali combinati con editing audio e software di produzione. Il duo si ispira aila musica da ballo del sud del Brasile come la milonga, la chacarera e chamamé ed è influenzato dal tango argentino.
I brani trasmettono l'atmosfera delle caratteristiche sale di musica strumentale brasiliana, ogni spettacolo, grazie alla sempre diversa interazione tra gli strumenti e le manipolazioni sonore, diventa una performance unica, ricca di improvvisazioni. Il concerto del duo Folebaixo più che musica dal vivo è musica viva.

Nel 2014 il duo è stato selezionato dal progetto World Spirito per rappresentare il Brasile al Festival nostro gioco a Vienna, Austria.

Nel 2015 ha pubblicato il suo album "Lounge"
Il disco è stato nominato tra i Top 100 Album di musica brasiliana nel 2015 da parte del sito Embrulhador.

il 13 Luglio 2016 alle ore21.30
presso lo Studio Sant'Apollonia in Via San Benedetto.
Un progetto internazionale curato dalla Fondazione Alfonso Gatto*,  dal partner'Espírito Mundo' e da Valeriano Forte.
UNO SPETTACOLO da non perdere!

*L'evento rientra nel programma di iniziative per il quarantennale della morte di Alfonso Gatto. Con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e del Comune di Salerno.
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Teatro Elicantropo di Napoli MACBETH/La poltrona di Aniello Nigro

Teatro Elicantropo di Napoli MACBETH/La poltrona di Aniello NigroDopo diversi anni di assenza dai palcoscenici partenopei, l’attore Aldo De Martino torna in scena, da giovedì 31 marzo 2016 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 3 aprile) al Teatro Elicantropo, affiancato da Monica Maiorino e Francesca Pica, con lo spettacolo MACBETH/La poltrona diAniello Nigro, per la regia di Monica Maiorino.

Presentato da Prospet, l’allestimento “scomoda” Shakespeare per trattare un argomento antico ma attualissimo: l’attaccamento alla poltrona. Frase che, ai giorni nostri, è spesso accostata a personaggi che dimostrano grande fedeltà all’oggetto più che al suo significato.

Macbeth non è più il barone di Glammis, ma un politico o aspirante tale. Non vi sono tutti i personaggi come Banquo, Duncan e le streghe, ma restano solo nel pensiero e nel ricordo, su una poltrona che rappresenta il potere, la realizzazione, la sicurezza e l’agiatezza. 

Ci troviamo sulla terrazza di una casa “popolare”, dove il protagonista, aiutato dalla moglie, sta tramando qualcosa di poco lecito.

Egli è appena un’ombra nelle mani della moglie, entrambi figure incastrate in una scena e in un mondo che rappresenta tutto e niente. Paradossalmente, l’uomo è l’unico che cerca di mantenere un contatto con i valori, benchè il suo destino lo spinga in tutt’altra direzione, l’unico a vivere un reale conflitto.

Ma è la moglie, donna avida, spietata, a toccare i tasti giusti che muovono il marito oltre il limite della legalità, pur di ricevere onori e poteri maggiori. E quando compare, solo agli occhi dell'uomo, la figura di una giornalista, con le sue statistiche, le sue previsioni, si convince che il destino lo vuole proprio lì, su quella “poltrona”. La stessa che diventa obiettivo di vita, ma, al tempo stesso, anche la sua fine.

Accade, però, l’imprevisto che può cambiare il corso degli eventi, il risveglio imprevedibile, improvviso, devastante, di quella coscienza “impermeabile”, che non si lava con nessun sapone. Quella parte di noi che speriamo esista e si faccia sentire all’improvviso, che si ribelli alle brutture che si compiono.

La messa in scena di Monica Maiorino pone meticolosamente l’attenzione proprio sul vuoto esistenziale dei coniugi, frutto dell’ignoranza del protagonista, troppo schiavo dei vizi che gli tolgono qualsiasi lucidità e troppo schiavo di una dipendenza psicologica nei confronti di sua moglie.

Sono due capri espiatori scelti dal sistema, quello stesso sistema che insabbierà la serie di efferatezze compiute dai due, in un’atmosfera tra il trash di feste mondane e il teatrino triste del compromesso, tra la commedia e la tragedia, tra l’onirico e la mera realtà.

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