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Maggio 2020

Fase 2 e commercio locale: si riparte con Be Local, l’App che porta i negozi online

Per uscire da una crisi sanitaria ed economica senza precedenti c’è bisogno di idee coraggiose. Per questo è nata Be Local, un’ App in grado di mettere in rete le piccole attività locali permettendo loro di vendere online in modo semplice e immediato.

Be Local è un’applicazione che vuole essere uno strumento utile in questi tempi incerti. Il nome ha il sapore di un invito, e di un monito al tempo stesso: c’è bisogno di “essere locali” (tanto per tradurre alla lettera), di tornare a guardare con attenzione alle piccole attività di quartiere. 

C’è anche necessità che i piccoli commercianti facciano un piccolo sforzo di digitalizzazione del proprio negozio per andare incontro alle nuove abitudini di acquisto. Queste due esigenze si incontrano in Be Local, un’App sviluppata per trovare un punto di contatto tra clienti e attività oltre il muro del distanziamento sociale. Non è un caso che anche Confcommercio Bologna supporti l’iniziativa avendo trovato nell’approccio innovativo di Be Local una chiave di volta per una ripartenza economica più rapida e sostenuta. 

E-commerce, delivery asporto sono veramente a portata di mano in pochi secondi e per qualsiasi tipo di attività. Per i commercianti è facile aderire, creare il proprio negozio, caricare i prodotti e gestire la rete di distribuzione. Dal lato utente è ancora più semplice ordinare, salvare i propri negozi preferiti e tracciare gli ordini. Una delle funzionalità più interessanti riguarda la possibilità di utilizzare l’App anche come menù del ristorante per visionare e ordinare le pietanze direttamente in loco. 

Tutto si gioca sul terreno del web, l’arma in più per i commercianti è in una semplice app, ma il vero segreto per vincere la sfida resta il rapporto umano tra cliente e commerciante.

A sottolineare questo aspetto è Gerry Balestrieri, co-fondatore di Be Internet, agenzia web bolognese che ha sviluppato il progetto:

“Con Be Local semplifichiamo il passaggio da negozio fisico a store online in pochi step, ma allo stesso tempo non virtualizziamo completamente l’esperienza di acquisto. La nostra app per funzionare ha bisogno di relazioni vere, di una presenza fisica sul territorio. Deve essere una rete nel vero senso della parola”. 

La grave crisi sanitaria attuale ha ribaltato completamente valori e percezioni a tal punto che “il web è diventato uno dei luoghi più umani e sicuri dove incontrarsi e dove continuare a tessere relazioni, anche – e soprattutto – economiche”.

Parole dell’altro co-fondatore di Be Internet, Luigi Greco, che aggiunge uno spunto interessante di riflessione: “Be Local rappresenta una grande sfida: realizzare finalmente una rete commerciale a km 0 in grado di competere con i grandi colossi dello shopping on-line”. 

Torna alla mente l’antico mito di Davide contro Golia, questa volta senza armi, ma con mascherine e smartphone. Le battaglie si vincono soprattutto con l’ingegno, quasi mai con la forza. Questa volta ce lo auguriamo più che mai. 

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Al Policlinico Tor Vergata parte AMOS COVID-19, il sistema intelligente che scopre gli infetti da Coronavirus

 È partita la sperimentazione presso il Dipartimento di Scienze Mediche del Policlinico Tor Vergata  dell’AMOS COVID-19, un sistema ad alta tecnologia in grado di rilevare in tempo reale, anche a distanza, grazie a una termocamera per il rilevamento della febbre, una videocamera e un sensore acustico composto da un array di 16 microfoni, i parametri significativi dei sintomi da infezione COVID 19 quali la temperatura corporea, i colpi di tosse e gli starnuti.

Attraverso l’utilizzo di sensori ad alta tecnologia, di acustica, ottica e termica, combinati con l’Intelligenza Artificiale, di cui è dotato, il sistema Amos Covid-19 riconosce i sintomi anche su assembramenti di persone ed è in grado di segnalare in tempo reale eventuali casi di possibili infetti COVID-19.

In questo modo il sistema può essere utilizzato in spazi pubblici come ospedalistazioni ferroviarie, aeroporti e aziende private per monitorare tutti i flussi di  persone in movimento.

Una innovativa tecnologia di Intelligenza Artificiale messo a punto dalla Intecs Solutions S.p.A., azienda italiana operante nel settore Aerospazio e Difesa, capace di dare l’allarme e prevenire la diffusione senza controllo del virus.

 

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Coronavirus: con il Progetto Silver tecniche di “ascolto attivo” e “medicina narrativa” per curare a distanza gli anziani

Nel cuore di Milano si sperimenta un approccio del tutto nuovo alla odontoiatria nella terza età, in tempo di Coronavirus:  tecniche di “ascolto attivo” e “medicina narrativa” per curare anche a distanza.

Gli anziani, attori sempre più rilevanti delle nostre città, sono sempre più soli: nella fase di lockdown si sono allentati anche i rapporti con medici e specialisti che li hanno in cura, rischiando così il totale isolamento. Se ne sono andati in molti, in silenzio, con il Coronavirus, lasciandoci un grande vuoto. La loro scomparsa è anche perdita della saggezza, della memoria e delle esperienze che hanno dato lustro alla nostra nazione.

Bisogna convivere con il COVID-19 nei prossimi mesi e gli anziani, soprattutto se affetti da patologie croniche, rappresentano un terreno fertile per il virus. Secondo recenti dati ISTAT, la frequenza delle patologie croniche aumenta con l’avanzare degli anni: già nella classe 55-59 anni ne soffre il 53%, tra le persone ultra settantacinquenni la quota raggiunge l’85,3%

Gli anziani necessitano di essere rassicurati per riprendere una vita di relazioni e guardare con serenità il futuro. Oggi è possibile essere seguiti e curati anche a distanza, grazie alle tecniche di ascolto attivo, alla medicina narrativa e alla telemedicina. Bisogna tendere ad una visione in itinere della salute del paziente anziano, perché patologie e problematiche oggi solo in nuce, possono subire una repentina evoluzione in brevissimo tempo. La medicina del futuro sarà sempre più multitasking, molti la definiscono già la medicina delle quattro P: Personalizzata, Predittiva, Preventiva e Partecipativa.

Ad una rinnovata sensibilità del rapporto medico-paziente guarda la Medicina Narrativa (Narrative Based Medicine): fondata in America negli anni novanta da Rita Charon, della Facoltà di Medicina della Columbia University, oggi sta raccogliendo molti consensi anche in Italia in quanto si avverte la necessità di far interagire l’aspetto scientifico, proprio dell’attività clinica (disease), con il vissuto della malattia da parte del paziente (illness).

Un esempio di questo innovativo approccio è il Progetto Silver, ideato da Lea Di Muzio e realizzato da DentalBreraClinic, uno studio odontoiatrico situato in via Brera a Milano. I due titolari Stefano Gracis e Matteo Capelli vantano una lunga esperienza clinica e un continuo confronto con realtà internazionali.

Il progetto, che ha avuto il lancio sulle più importanti agenzie di stampa, propone una nuova visione della Odontoiatria geriatrica, branca della Odontoiatria che nei prossimi anni vedrà un significativo sviluppo, per l’inarrestabile processo d’invecchiamento della popolazione nei paesi occidentali.

Elemento fondante del Progetto Silver è il recupero della dimensione emozionale e culturale della cura, il rispetto dell’individualità, l’aspetto etico. L’evidenza scientifica che governa i protocolli clinici interagisce con lo studio del carattere e della personalità del paziente, i dati contenuti nella scheda anagrafica e anamnestica si integrano con il racconto che il paziente fa di sé. La raccolta delle informazioni diventa così multidimensionale: entrano in gioco la componente soggettiva, l’identità personale, la lettura e l’interpretazione che il paziente fa del piano di cura che gli viene proposto. E’ ciò che permette di instaurare un rapporto simmetrico tra il clinico e il paziente.

Il coordinatore terapeutico, figura centrale del Progetto Silver, segue il paziente in itinere, la relazione non si esaurisce con il rapporto vis-à-vis ma continua anche a distanza. Cambia lo scenario, il contesto della relazione, ma non l’essenza: prima del lockdown, il paziente veniva accolto nella saletta riservata di via Brera – dove ha sede lo studio odontoiatrico -oggi il paziente è nell’intimità della sua casa, fra i suoi ricordi, nell’ambiente che gli è familiare.

Il paziente con il Progetto Silver viene inserito in uno dei due percorsi di cura studiati dall’equipe di DentalBreraClinic, contrassegnati dal colore verde, se non si presentano problematiche particolari, arancio se si rilevano patologie sistemiche come il diabete, per monitorarne l’evoluzione. Elemento fondante del progetto è l’approccio interdisciplinare: l’attività clinica dello studio odontoiatrico viene affiancata da un team di medici specialisti come lo Gnatologo, il Patologo orale, il Nutrizionista.

La bocca fa da sentinella della salute in quanto riesce ad intercettare quelle forme patologiche e disfunzionali tipiche delle malattie sistemiche. La interdisciplinarietà apre anche le porte alla telemedicina: il paziente può tranquillamente controllare da casa il suo indice glicemico comunicando i valori rilevati al medico di base per una rivalutazione della terapia farmacologica, tenendo presente che il diabete può influenzare negativamente anche l’evoluzione della parodontite.

La lunga esperienza maturata in DentalBreraClinic con i pazienti anziani, grazie all’alta specializzazione in ambito protesico, ha dato vita ad un piccolo Osservatorio di odontoiatria geriatrica. I casi che vengono esaminati nell’attività quotidiana sono attentamente documentati guardando non solo l’aspetto clinico ma lo stile di vita del paziente, le abitudini alimentari, il quadro familiare, informazioni preziose che andranno ad alimentare il Fascicolo Sanitario elettronico del paziente.

Il Progetto Silver, infine, apre le porte al mondo esterno, nell’ottica di una medicina che dovrà essere sempre più integrata e territoriale. Agli incontri “La bocca, specchio della salute” organizzati periodicamente (con il patrocinio dell’OMCeO di Milano) partecipano Medici di Medicina Generale e Geriatri, per analizzare e riflettere insieme sulla correlazione delle malattie sistemiche, proprie dell’età e i problemi del cavo orale. Gli incontri si svolgono in un clima fondato sulla collaborazione e sulla condivisione di esperienze e metodologie.

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