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Palazzo Firrao Napoli al via la rassegna Teatro di cortile

Forme teatrali essenziali, intime, quasi confidenziali animeranno, per quattro settimane, la rassegna nel cortile di un palazzo storico tra i più belli di Napoli.

Il condominio di Palazzo Firrao di Napoli si è costituito in associazione culturale e, come prima “esposizione" pubblica, prenderà il via la rassegna Teatro di Cortile, ideata ed organizzata dal Teatro Pubblico Campano diretto da Alfredo Balsamo.

Il cortile del palazzo storico, tra i più belli del capoluogo partenopeo diverrà, dal 25 giugno al 23 luglio 2020, suggestivo palcoscenico per quattro settimane, ospitando dodici appuntamenti portati in scena da alcuni fra gli attori e i musicisti più rappresentativi della scena partenopea e nazionale.

Teatro di Cortile prova a suggerire come il teatro debba ripensare se stesso insieme con il pubblico, trovando, o semplicemente riscoprendo, una forma di parola e di ascolto nuove e più intense, che traggono forza e significato anche dal particolare e difficile momento storico dello spettacolo dal vivo.

Quanto più insiste il concetto di distanziamento, come consigliato nell’attuale fase di circolazione del virus, tanto più appare necessario immaginare una diversa “vicinanza” tra palco e platea.

Le dimensioni contenute dello spazio scenico hanno mosso il Teatro Pubblico Campano alla creazione di un calendario basato su monologhi, dialoghi e piccoli concerti.

Forme teatrali primarie, intime, quasi confidenziali faranno segno alla prossimità tra palco e platea come condizione necessaria di ogni rappresentazione, ma anche strutture minime e più complesse per l'impegno di attori, registi, musicisti e di tante altre figure professionali, a testimoniare l’originario impegno dietro ogni gesto, ogni parola, ogni suono.

Nel cortile di Palazzo Firrao, nel cuore del centro antico di Napoli, pur nel rispetto di tutte le regole sanitarie vigenti, è come se una piccola comunità di gente, che qui abita e vive, si riunisse di sera in sera tra le mura di una casa aperta, per partecipare e discutere di storie, linguaggi e visioni che non smettono di nascere, e che appartengono a tutti.

Come sempre è accaduto il teatro sospende e dà inizio alla vita. In altre parole, ogni volta che accade, il teatro è principio di vita comune, convivenza, società.

A inaugurare Teatri di Cortile, giovedì 25 giugno, saranno Gianfelice Imparato, Mario Porfito e Alessandra D’Ambrosio, interpreti de L’arte pericolosa della commedia mente? su testi di Eduardo de Filippo, presentato da Fratelli Diversi. In occasione del 120° anno dalla nascita di Eduardo De Filippo, con questa piccola messa in scena s'intende rendere un omaggio al grande drammaturgo.

Martedì 30 giugno, Casa del Contemporaneo presenta Enzo Moscato con i musicisti Paolo Cimmino, Antonio Pepe, Antonio Colica e Antonio Romano, in Modo Minore, per la direzione musicale di Pasquale Scialò. Un viaggio mnemonico-musicale, che, scanzonatamente, ma non senza il rigore dell’attenzione e dell’approfondimento filologico, si muove  nel complesso, e al contempo leggerissimo e giocoso, impero canoro napoletano ed internazionale, relativo agli ultimi tre decenni del ‘900.

La programmazione proseguirà, mercoledì 1 luglio, con Francesca Marini e Massimo Masiello in Verso il mito Edith Piaf per la regia di Gaetano Liguori, presentato da Compagnia Teatro Totò. La donna Edith si confronta con il suo mito, l’immortalità della sua figura e della sua arte con la fine della sua vita umana. Le canzoni, gli uomini, e gli episodi della sua vita si susseguono sulla scena con leggerezza e surrealismo.

Giovedì 2 luglio il palcoscenico sarà per Giovanni Esposito e Susy Del Giudice in Exit (Grazie dei fiori) di Giovanni Esposito, anche regista, e Antonio Marfella, presentato da

La Pirandelliana. La solitudine, i sogni non realizzati, le reciproche accuse e la gabbia soffocante dell’incomunicabilità portano una madre e sua figlia a sfidarsi a colpi di perfida ironia. La loro vita è un goffo passo a due: sarcastico e grottesco, a volte, malinconico e tragico, certe altre.

La terza settimana di programmazione prenderà il via martedì 7 luglio con Scannasurice di Enzo Moscato, con Imma Villa e la regia di Carlo Cerciello, presentato da Elledieffe.
Ambientato dopo il terremoto del 1980 a Napoli, è una sorta di discesa agli “inferi”, di un personaggio dall'identità androgina, nell’ipogeo napoletano, dove abita, all’interno di una stamberga, tra gli elementi più arcani della napoletanità, in compagnia dei topi e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee

Mercoledì 8 luglio, Nuovo Teatro presenta SUD Andata e Ritorno con Sergio Rubini, al pianoforte Michele Fazio, e, giovedì 9 luglio, Gli Ipocriti presenta Raccontami, di e con Isa Danieli. Il racconto della Danieli donna e attrice che ha attraversato, e attraversa, i generi più diversi delle forme teatrali esistenti. Dalla sceneggiata alla tragedia greca di Euripide e di Eschilo, fino a incarnare le parole di autori contemporanei che hanno scritto per lei.

Due gli appuntamenti in programma per la quarta settimana di programmazione, che inizieranno, mercoledì 15 luglio, con Wrong play, my lord!, che vedrà in scena Arturo Muselli, Margherita Romeo e Alessio Sica, per la regia di Ludovica Rambelli, presentato da Compagnia The Hats. Una singolare rivisitazione di Amleto interamente recitata in inglese, una prova attoriale - tre gli interpreti per otto personaggi in tutto – che si consumerà sul filo dell'azione e di inevitabili, quanto surreali, 'pastiche' linguistici.

Sabato 18 luglio, sarà la volta di Birre e rivelazioni scritto e diretto da Tony Laudadio, con Andrea Renzi e Tony Laudadio, presentato da Teatri Uniti. In un'atmosfera a metà tra riflessione seria e delirio etilico, Andrea Renzi e Tony Laudadio, qui anche autore e regista, ci offrono una rappresentazione acuta e brillante della complessità dei rapporti umani.
L’ultima settimana di programmazione proporrà, martedì 21 luglio, la straordinaria voce di Maria Nazionale in Passione, accompagnata alla chitarra da Aniello Palomba, che interpreterà le più belle canzoni del repertorio della Canzone Classica Napoletana.

Mercoledì 22 luglio, Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro presenta Massimo De Matteo e, al pianoforte, Floriano Bocchino in Fredper la regia di Peppe Miale. Una vita e un successo lampo quella di Fed Buscaglione, finita con altrettanta immediatezza. Una vita tra il fumo dei locali italiani ed europei a interpretare il ruolo del taciturno e imprevedibile cantante da night, un ruolo che forse non gli apparteneva tanto.

A chiudere la rassegna Teatro di Cortile, giovedì 23 luglio, saranno le emozioni e le sensazioni musicali del Quartetto di corde dell’orchestra Di Piazza Vittoriocon i musicisti Kaw Dialy Mady Sissoko, Ziad Trabelsi, Emanuele Bultrini, Pino Pecorelli. Rielaborazione dell’ampio materiale musicale, qui proposto in forma più essenziale, restituendo all'ascoltatore le emozioni e le sensazioni che i musicisti provano quando un’idea e uno spunto di un singolo artista diventa la canzone di tutti i musicisti dell'Orchestra.

Pe maggiori informazioni sulla rassegna Teatro di Cortile sono attivi il numero 0817345210 e l’indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. I biglietti sono disponibili online sul sito www.teatrofirrao.it e su www.vivaticket.com

 

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Leni, il trionfo della bellezza di Irene Alison

Ci sono personaggi il cui cammino è stretto in un tempo che conduce a un’involontaria ambiguità, difficilmente giustificabile agli occhi della Storia. È il caso di Leni Riefenstahl, la cui lunga e straordinaria parabola di vita racconta Leni, il trionfo della bellezza di Irene Alison, che sarà in scena, da venerdì 30 novembre 2018 alle ore 20.30 (in replica fino a domenica 2 dicembre), al Teatro La giostra di Napoli, per la regia di Marcello Cotugno.

Presentato da Khora Teatro, l’allestimento, che ha debuttato nell’ambito del Napoli Teatro Festival 2018/Sezione SportOpera, si avvale dell’interpretazione di Valentina Acca, che muove nella scenografia di Sara Palmieri.

Musa, ballerina, attrice, regista, fotografa, innovatrice del linguaggio cinematografico, pioniera di nuove tecniche di ripresa, ispirazione e maestra per generazioni di cineasti, Leni Riefenstahl ha attraversato un secolo di vita, pericolosamente vissuto attraverso le stagioni più buie e sanguinarie del Novecento.

E’ stata troppa la sua vicinanza al fuoco del regime nazista per non bruciarsi e per non compromettersi, e, poi, ostinatamente sopravvissuta, nonostante le accuse, le domande inevase e i sensi di colpa, sempre, e fieramente, resistendo alla noia e all’oblio.

“Lavorare con un’attrice come Valentina Acca, capace di mutuare e remixare diversi stili teatrali – si legge in una nota congiunta del regista e dell’autrice - consente una grande libertà espressiva e dialettica: non molti attori riescono, infatti, a passare con tanta semplicità dal naturalismo all’astrazione, dal teatro lirico a quello di Leni, il trionfo della bellezza”.

Leni, il trionfo della bellezza racconta i giorni d’oro delle riprese di Olympia, il suo capolavoro: un resoconto delle Olimpiadi di Berlino del 1936, dove lo sport, lontano dalla trivialità della cronaca, viene raccontato col piglio epico di una narratrice di corpi, gesti, sguardi e desideri agonistici.

Leni celebrò, al tempo stesso, l’ideale di una bellezza che incarnava e materializzava l’estetica del Reich e l’utopia di una competizione, che univa uomini e donne oltre ogni appartenenza, etnica o religiosa, sullo sfondo di un cielo, quello di Berlino, suggestivamente fotografato dal basso, grazie a delle speciali “trincee” costruite ad hoc nell’Olympiastadion.

Intorno a Olympia si gioca l’identità e il ruolo nel teatro storia di quella che è senz’altro la più grande, e controversa, regista donna che il cinema ricordi. Innocentemente spudorata ma insondabilmente oscura, pericolosamente incosciente ma maniacalmente consapevole di sé, poetessa della propaganda eppure dichiaratamente apolitica.

Leni, il trionfo della bellezza di Irene Alison

Napoli, Teatro La giostra - da venerdì 30 novembre a domenica 2 dicembre 2018

Inizio delle rappresentazioni teatrali ore 20.30 (venerdì e sabato), ore 19.00 (domenica)

Info e prenotazioni ai numeri 3492187511, 3337187542 email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Teatro Elicantropo di Napoli MACBETH/La poltrona di Aniello Nigro

Teatro Elicantropo di Napoli MACBETH/La poltrona di Aniello NigroDopo diversi anni di assenza dai palcoscenici partenopei, l’attore Aldo De Martino torna in scena, da giovedì 31 marzo 2016 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 3 aprile) al Teatro Elicantropo, affiancato da Monica Maiorino e Francesca Pica, con lo spettacolo MACBETH/La poltrona diAniello Nigro, per la regia di Monica Maiorino.

Presentato da Prospet, l’allestimento “scomoda” Shakespeare per trattare un argomento antico ma attualissimo: l’attaccamento alla poltrona. Frase che, ai giorni nostri, è spesso accostata a personaggi che dimostrano grande fedeltà all’oggetto più che al suo significato.

Macbeth non è più il barone di Glammis, ma un politico o aspirante tale. Non vi sono tutti i personaggi come Banquo, Duncan e le streghe, ma restano solo nel pensiero e nel ricordo, su una poltrona che rappresenta il potere, la realizzazione, la sicurezza e l’agiatezza. 

Ci troviamo sulla terrazza di una casa “popolare”, dove il protagonista, aiutato dalla moglie, sta tramando qualcosa di poco lecito.

Egli è appena un’ombra nelle mani della moglie, entrambi figure incastrate in una scena e in un mondo che rappresenta tutto e niente. Paradossalmente, l’uomo è l’unico che cerca di mantenere un contatto con i valori, benchè il suo destino lo spinga in tutt’altra direzione, l’unico a vivere un reale conflitto.

Ma è la moglie, donna avida, spietata, a toccare i tasti giusti che muovono il marito oltre il limite della legalità, pur di ricevere onori e poteri maggiori. E quando compare, solo agli occhi dell'uomo, la figura di una giornalista, con le sue statistiche, le sue previsioni, si convince che il destino lo vuole proprio lì, su quella “poltrona”. La stessa che diventa obiettivo di vita, ma, al tempo stesso, anche la sua fine.

Accade, però, l’imprevisto che può cambiare il corso degli eventi, il risveglio imprevedibile, improvviso, devastante, di quella coscienza “impermeabile”, che non si lava con nessun sapone. Quella parte di noi che speriamo esista e si faccia sentire all’improvviso, che si ribelli alle brutture che si compiono.

La messa in scena di Monica Maiorino pone meticolosamente l’attenzione proprio sul vuoto esistenziale dei coniugi, frutto dell’ignoranza del protagonista, troppo schiavo dei vizi che gli tolgono qualsiasi lucidità e troppo schiavo di una dipendenza psicologica nei confronti di sua moglie.

Sono due capri espiatori scelti dal sistema, quello stesso sistema che insabbierà la serie di efferatezze compiute dai due, in un’atmosfera tra il trash di feste mondane e il teatrino triste del compromesso, tra la commedia e la tragedia, tra l’onirico e la mera realtà.

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