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Aspettando Purity leggiamo Le Correzioni, capolavoro assoluto di Jonathan Franzen.

Jonathan FranzenAspettando Purity, disponibile nelle librerie italiane dal prossimo mese di febbraio ma già evento letterario dell’anno negli Stati Uniti e in mezzo mondo,  non vi dispiacerà - se non lo avete ancora fatto - tuffarvi nelle 599 pagine de Le Correzioni,  terzo romanzo in ordine cronologico e capolavoro assoluto di Jonathan Franzen. Leggere Franzen non solo fa bene all’anima ma ci aiuta comprendere e ad orientarci nella modernità senza subire il fascino dei suoi riti omologanti e delle sue manie.

Il linguaggio brillante e raffinato e la capacità di scavare nella parte più intima dei protagonisti delle sue storie fanno di Franzen uno dei migliori talenti narrativi in circolazione, e dei suoi libri – questo in particolare – una boccata d’ossigeno per quanti si sentono smarriti nel magma dilagante della sottocultura di massa. Quando Franzen sta per pubblicare Le Correzioni, nel 2001, l’America non è stata ancora scossa dall’attentato dell’11 settembre. Quanto quel tragico evento possa avergli fatto cambiare opinione sui valori della società contemporanea, spesso criticati e ridicolizzati con sarcasmo, è difficile stabilirlo. Resta il fatto che il romanzo offre al lettore uno straordinario spaccato familiare fatto di profonda umanità e spietato cinismo, nel quale ciascuno di noi può almeno in parte riconoscersi.  Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell’aria. L’incipit è di quelli che non si dimenticano: Quel ramo del lago di Como…...

Le Correzioni è un romanzo intenso, appassionante, da leggere tutto d’un fiato. A tratti può risultare esageratamente complesso: in alcune sue parti la prosa si arricchisce di complicati tecnicismi e di prolisse divagazioni fuori tema ( l’influenza di Foster Wallace si sente), ma il ritmo incalzante della trama e l’eleganza dello stile non lo rendono mai noioso. Attraverso i paradigmi del finto moralismo, Franzen conduce il lettore ad una lunga riflessione sulla famiglia tradizionale e sulle ipocrisie dei nostri tempi. La qualità della scrittura è notevole, l’empatia tra l’autore e i personaggi del racconto, un miracolo di rara bellezza. A distanza di soli quindici anni dalla sua pubblicazione, Le Correzioni possiamo già considerarlo una pietra miliare della letteratura mondiale – tra i dieci romanzi più belli di questo secolo nella classifica di Panorama.

I protagonisti sono una coppia di anziani coniugi del Midwest,  Alfred ed Enid Lambert, logorati dai ricordi e dalle delusioni della loro vita matrimoniale, fatta di duro lavoro, di numerose rinunce e di frustrazioni taciute. L’uno in preda ai sintomi del Parkinson, l’altra desiderosa di radunare per un ultimo Natale i tre figli, educati secondo i buoni valori della borghesia americana, sempre attenti a correggere ogni deviazione dal giusto. Chip,  professore universitario che  ha perso il posto al college per avere intrattenuto una relazione sessuale con una sua allieva; Gary, dirigente di banca che non vuole ammettere di essere caduto vittima della depressione e di trascinarsi un matrimonio finito; Denise, chef di successo ma dalla vita sentimentale troppo turbolenta e trasgressiva per i canoni educativi dei suoi genitori. Ritrovarsi tutti a casa per l’ultimo Natale, come vorrebbe Enid, sembra impossibile fino a poche pagine dalla fine. Ma forse non tutto è perduto e chissà che in casa Lambert, dopo la tempesta, non ritorni il sereno.

(Angelo Cennamo)

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Dave Eggers, giovane talento della narrativa americana.

Dave Eggers, giovane talento della narrativa americana. Dave Eggers, classe 1970, è uno dei giovani talenti della narrativa americana. Nel 2001 esce il suo primo romanzo L’opera struggente di un formidabile genio : praticamente la storia della sua vita.

A poco più di vent’anni Dave rimane orfano di entrambi i genitori, morti di cancro nel giro di qualche mese. Una tragedia devastante e inaspettata che lo costringe a fare da padre e da madre al fratellino di appena otto anni e a rimettere in discussione progetti e stili di vita. Senza però farsi prendere dal panico, Dave vende la casa di famiglia e da Chicago si trasferisce in California con il piccolo Toph. Prima Berkeley poi San Francisco, il nuovo corso dei fratelli Eggers è una sfida  difficile ed emozionante, prodiga di esperienze e di una sconfinata libertà. I soldi ricavati con la casa basteranno per i primi  tempi ma non per sempre. Dave trova un lavoro e con altri amici mette su una rivista satirica di nome “Might” – nella realtà “McSweeney’s“ la rivista letteraria più invidiata al mondo. Le sue giornate sono frenetiche e piene di incombenze: l’ufficio, la rivista, la scuola di Toph, le faccende domestiche, di tanto in tanto il sesso. Vero o immaginato fa lo stesso. Il rapporto tra i due fratelli è di grande complicità: Dave e Toph giocano a frisbee sulla spiaggia, recitano il ruolo di padre e figlio, si prendono cura l’uno dell’altro. Sono queste le pagine più emozionanti e tenere del romanzo.

La parte centrale del racconto si perde in una serie di divagazioni prolisse, direi superflue. Ma negli ultimi capitoli la trama riprende ritmo e toni iniziali e l’opera del formidabile genio ritorna struggente. Dave parte per Chicago, fa visita ai nuovi abitanti della vecchia casa di famiglia e finalmente recupera le ceneri di sua madre “Il sacchetto aperto lascia intravedere meglio la forma e i colori delle pietruzze all’interno. Che cosa sarà il bianco? Le ossa?”. Si rimette in macchina e corre verso il lago. Si ferma, guarda la scatola, decide di liberarsene. Apre l’involucro sistemato all’interno e lancia goffamente il contenuto facendo cadere una parte delle ceneri sulle scarpe.  “Non riesco a decidere se quello che sto facendo è bello e nobile e giusto oppure meschino e disgustoso. Lei avrà una vita dopo la morte, ma io non l’avrò perché non credo”. Un gran libro – finalista al Pulitzer -  una prosa moderna e raffinata, l’intuizione di un formidabile genio, coraggioso e anche un po’ spavaldo.

(Angelo Cennamo)            

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Benzine di Gino Pitaro

Trama e note:

Benzine di Gino PitaroLuigi ha trentacinque anni e vive nell'hinterland romano. La sua vita è scandita da lavori saltuari e precari, dall'impegno nel dottorato di ricerca, dalle amicizie.
Spiccano tra le sue frequentazioni, Natalia, un'immigrata russa, poi Verena e Giusy - che coltivano con lui la passione per l'impegno politico, per il cinema e per la cultura in genere -, ma soprattutto Antonio che, impiegatosi presto dopo gli studi, è un po' un punto di riferimento per il gruppo.
Luigi vive un rapporto conflittuale con Guido, compagno d'università, il quale si trova a suo agio nei meandri della lotta studentesca, mentre il multirazziale e un po' bizzarro quartiere di residenza, nonché il condominio dove abita, riempiono le sue giornate di episodi eccentrici e liminali.
La comitiva si divide fra battaglie sociali e il piacere di stare insieme, condividendo piccole-grandi avventure, spesso vissute con ironia - come sottilmente ironico e umoristico è l'io narrante -, mentre in altre emerge un ideale romantico dell'esistenza.
Non mancano momenti esilaranti da “gioventù di Campo de' Fiori”, ma sullo sfondo si delinea con potenza e singolarità una certa periferia romana che, di fatto sconosciuta e oggetto di manierismi post pasoliniani, mai è stata trattata nella sua specificità in tempi recenti, preferendo appunto il “comodo” rifugio del romano del nordest per eccellenza, ovvero Pier Paolo Pasolini, il “prezzemolo di Roma”, citato a (s)proposito dal mondo culturale in una variegata gamma di situazioni.
Luigi sperimenta sulla propria pelle le contraddizioni del movimento universitario, ma il mettersi alla prova lo orienta verso nuove domande e diversi sentieri da percorrere, nonostante sia invitato da Giusy e Verena a continuare ad essere un punto di riferimento all'interno dell'occupazione.
Il pendolarismo e la questione rom diventano un particolare metronomo della narrazione, e ci trasmettono il gusto vero e forte anche attraverso il non detto.
Gli accadimenti si susseguono altalenanti in un contesto di cambiamenti individuali e sociali.
Ma c'è un avvenimento più grande che incombe sulle esistenze dei protagonisti e sconvolgerà le loro vite, determinando conseguenze per tutti e segnando sorprendenti tappe del destino.
Le cose non sono sempre come sembrano e le persone che ci sono accanto possono rivelare aspetti reconditi e sconosciuti. Chi sono gli amici di Luigi?

Personaggi, situazioni e dialoghi offrono un orizzonte originale eppure pregnante, forse perché sostanzialmente la periferia italiana è vista più dall'occhio dell'intellettuale che non vi è immerso che da quello di chi la conosce davvero. Il Nordest di Roma assurge a simbolo di un nordest che non è solo un contesto geografico metropolitano, italiano o internazionale, ma un luogo dell'anima ben definito, con il suo essere “bastardo”, ovvero frutto di un'alchimia tra la grande città e il confine dei piccoli centri adiacenti, che spesso si fondono. Come in una sorta di parallelismo, ciò accade anche tra grandi aree geografiche: il movimento orario, “verso est” (e non antiorario) crea l'osmosi continua dell'esistente. Questa identità ibrida genera dei nuovi paradigmi sociali e antropologici, mai affrontati in forma di narrazione.
E anche Pier Paolo Pasolini chi è se non un figlio del nordest?
I protagonisti percorrono un cammino di iniziazione, lungo questa costellazione umana.
Le metafore o allegorie del fuoco e degli elementi, spesso alternate a denominazioni geometriche, tracciano il libro e si fanno polarizzatrici di curiose convergenze, che sconfinano con la cultura pop. E come capita spesso il locale spiega il globale più di ogni altra cosa.

 

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