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Forte Movimento, il giallo ambientalista di Jonathan Franzen

Forte Movimento, il giallo ambientalista di Jonathan FranzenUn misterioso sciame sismico colpisce la città di Boston uccidendo una ricca scrittrice New Age. Suo nipote, Louis Holland, si innamora di una stravagante e introversa sismologa dell’Università di Harvard, Renèe Seitchek, e insieme a lei inizia ad indagare sulle cause dei terremoti. La scoperta di Renèe è clamorosa: le scosse che fanno tremare Boston non sono originate da un fenomeno naturale ma provocate dalla Sweeting-Aldren, una nota industria chimica della zona che per anni ha smaltito rifiuti tossici nel sottosuolo. Il caso si complica ulteriormente dal momento che la maggiore azionista della Sweeting-Aldren è diventata Melanie, la madre cinica e anaffettiva di Louis. Renèe è vicina a svelare l’oscuro segreto, finalmente ne ha le prove, ma rischia di pagare con la vita la sua curiosità. Siamo nel 1992 quando il trentenne Jonathan Franzen pubblica Forte Movimento, il giallo ambientalista che racconta la complicata storia d’amore tra Louis e Renèe, preludio del più celebre Le Correzioni, il romanzo più bello del secolo che lo scrittore di Western Springs ( Illinois) finirà di scrivere nove anni dopo. In Forte Movimento – il secondo libro di Franzen dopo l’esperimento iniziale e malriuscito de La Ventisettesima città – le doti narrative che qualche anno più tardi faranno di quel giovanotto semisconosciuto uno degli scrittori contemporanei di maggiore talento, sono già mature e cristalline: la prosa raffinata ed elegante, l’acuta introspezione che rivela l’anima oltre la fisicità dei personaggi, e quel sottile umorismo venato di malinconia che solca la trama dall’inizio alla fine del racconto. Come nei romanzi successivi – Le Correzioni e Libertà – anche in Forte Movimento Franzen dimostra una spiccata abilità nel rappresentare le relazioni familiari, specialmente quelle più tormentate, sentimenti profondi come l’amore e l’amicizia, spesso non corrisposti, e una sensibilità arguta nel cogliere i bassi istinti della società americana con i suoi tic e le sue manie. Forte Movimento è un romanzo ambizioso che attraversa più generi letterari, ricco di suspance, passione e comicità. Meno conosciuto degli ultimi due, ma di uguale intensità e bellezza. (Angelo Cennamo)          

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La Camera Azzurra uno dei romanzi più riusciti del prolifico Georges Simenon,

La Camera Azzurra uno dei romanzi più riusciti del prolifico Georges Simenon, “Se io mi ritrovassi libera, faresti in modo di renderti libero anche tu?” Tony Falcone non aveva dato peso a quelle parole, coperte quasi dal rumore del treno “Lui e Andrèe erano due solo a letto, in quella camera azzurra che con una sorta di sfrenatezza impregnavano del loro odore”.Tutto sarebbe rimasto confinato in quello spazio, pensava lui, fuori dal tempo e dalla verità. La Camera Azzurra – pubblicato nel  1964 – è uno dei romanzi più riusciti del prolifico Georges Simenon, lo scrittore belga famoso per aver ideato il leggendario Maigret. Eppure la parte migliore della produzione letteraria di Simenon comprende una corposa serie di racconti e di romanzi che non sono ascrivibili alla categoria dei cosiddetti polizieschi – brutta parola, poco adatta anche a definire le storie che hanno come protagonista il celebre commissario parigino. Il tema narrativo de La Camera Azzurra è tra i più abusati nella storia della letteratura: l’adulterio. Scrivere un romanzo di successo parlando di tradimenti, dopo tutto quello che è stato raccontato sull’argomento dall’Iliade in poi, passando per Otello e Desdemona, può richiedere uno sforzo sovrumano. Si rischia di inciampare in una banalità scritta chissà quante volte. E’ capitato e capita a molti scrittori, ma non a Simenon, autore eclettico, dalla  vena originale e inesauribile, capace di attraversare qualunque genere letterario e di mandare in stampa un romanzo dopo appena venti giorni di lavoro metodico. Da grande maestro della narrativa, Simenon riesce a catturare l’attenzione del lettore con ogni dettaglio, anche il più insignificante: un rumore di passi, una luce che filtra attraverso la porta socchiusa, il gesto lento e silenzioso di un passante, il respiro affannoso di un bugiardo. La Camera Azzurra è la storia di un’attrazione fatale che non si interrompe neppure davanti a un duplice omicidio. Ogni giovedì pomeriggio Tony e Andrèe vivono ore di passione in un albergo fuori città. Tutto era cominciato per caso: una ruota bucata, lo sguardo invitante di lei, il cedimento palpitante di lui, proprio lì, sul ciglio della strada. Per Madame Despierre quegli incontri furtivi, concordati con un segnale dietro la finestra, sono una vera ossessione, una mania devastante che le imprigiona il corpo e l’anima. Un uragano di lussuria e crudeltà che travolge due famiglie e l’incolpevole Tony, anche lui come la sua amante condannato dal vortice di quella insana passione più di quanto non faranno i giudici della Corte d’Assise: “Mai, neppure nei momenti in cui  i loro corpi erano stati più uniti, l’aveva trovata così bella, così raggiante”. Il Simenon che non ti aspetti, il sublime narratore dell’eros violento e irrefrenabile, dell’abbraccio mortale di due complici sfacciati e insaziabili. Com’è lontano Maigret.

(Angelo Cennamo)    

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LA MACCHIA UMANA, il miglior romanzo di Philip Roth.

La macchia umana, recensioneColeman Silk è uno stimato professore di lettere classiche all’Università di Athena, nel New England. Come preside della facoltà, e col pieno appoggio del nuovo rettore, Coleman prende il comando di un college antiquato, stagnante e sonnolento e, non senza pestare i piedi a tutti, gli toglie l’etichetta di casa di riposo per anziani professori incoraggiando i rami secchi a chiedere il prepensionamento, reclutando giovani e ambiziosi assistenti  e rivoluzionando il programma di studi. Un giorno però basta una parola detta per sbaglio e male interpretata a scatenare l’inferno. Coleman deve difendersi da un’ingiusta accusa di razzismo che lo costringe ad abbandonare l’Università. A quel punto tutto il suo mondo, la brillante carriera accademica, la sua bella famiglia crollano sotto il peso della impurità, della crudeltà, dell’abuso e dell’errore. All’età di 71 anni, dopo aver perso gloria e reputazione, e pure sua moglie – uccisa dal dolore per quel tragico stravolgimento, il professor Silk inizia una relazione con una donna delle pulizie trentaquattrenne che lavora al college: “si chiamava Faunia Farley, e qualunque fosse la sua infelicità, la teneva nascosta dietro uno di quegli inespressivi volti ossuti che, senza nulla celare, tradiscono un’immensa solitudine”. La giovane vita di Faunia è segnata da una serie infinita di deviazioni e di tragedie familiari. Con il vecchio ma “dinamico” Coleman, la bidella tuttofare di Athena scopre una dimensione umana fino ad allora inesplorata, fatta di cultura, tenerezza e rispetto. Ma non basta: Faunia è anche la sola depositaria del segreto che Coleman per 50 anni ha nascosto a tutti, perfino a sua moglie e ai suoi figli. Un segreto che il vecchio preside porterà insieme a lei nella tomba, nell’ultimo tornante di quella seconda vita. Il miglior romanzo di Philip Roth.

(Angelo Cennamo)         

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