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Arte, Cultura e spettacolo (103)

ESCE OGGI PAROLE IN PRIMO PIANO I FAVONIO CANTANO LE POESIE DI ALBA AVESINI

Una “poetessa in incognito” che scriveva versi che “nascondevano” canzoni. Una band che le ha fatto subito tana mettendole in musica con il controcanto di ben nove signore della canzone italiana. Sono questi gli elementi da cui prende forma “Parole in primo piano”, il nuovo album dei Favonio che trasforma in canzoni nove liriche tratte dal libro di Alba Avesini “Poesie e filastrocche”, opere che – come recita il booklet del Cd - “arbitrariamente il marito e un’amica decisero di pubblicare a dieci anni esatti dalla sua scomparsa”.
“Parole in primo piano” (distribuzione Believe Digital) è un album che nasce dall’incontro di storie e di impulsi: quelli di Alba che riempiva agende e foglietti di versi che camuffava firmandoli col nome di autori di canzoni, quelli di Enrico de Angelis e Francesca Rizzotti che hanno deciso di riunirli in un volume e quelli dei Favonio che, rapiti da quei versi, hanno preso a musicarli uno dopo l’altro. Per impulso. Da lì all’idea di racchiuderli in un disco, il passo è stato breve. Dopo due album di proprie composizioni, ricchi di riconoscimenti e gratificazioni, la band pugliese stavolta si è cimentata in un progetto diverso, interpretando e arrangiando i brani con fantasia e intensità.
E poi ci sono altre nove storie ed impulsi: quelli di Alice, Rossana Casale, Patrizia Laquidara, Petra Magoni, Margot, Giovanna Marini, Momo, Erica Mou e Paola Turci, ognuna delle quali interpreta con i Favonio un brano del disco.
Nove tracce, molto diverse una dall'altra. Ma la personalità di Alba Avesini era forte e variegata come le sue liriche e le tante facce di questa femminilità non potevano essere interpretate da una voce unica. E quindi ecco nove sfumature di femminilità per un ritratto di donna e poetessa. La dolcezza, l'erotismo, la malinconia, l'esuberanza, il sorriso ed altro ancora.
Ogni canzone ha quindi una sua particolarità, è un mondo a sé, sia dal punto di vista lirico-tematico che musicale: si va da funk al jazz fino alla bossanova. A chiudere il disco, un decimo brano, “La canzone dei vecchi amanti” di Jacques Brel, in una traduzione inedita di Paolo Marrone e Mimmo Petruzzelli. È stata inserita per due motivi: è un vezzo dei Favonio avere una cover in ogni album ed è una delle canzoni che Alba scelse di far suonare durante il suo matrimonio.
La copertina dell’album è una foto di Renzo Chiesa, uno dei più affermati fotografi musicali italiani, che ritrae la veduta verso l’alto di un cortile tunisino, con il cielo illuminato da una particolare luce prodotta dalla luna. E “lunare” era il carattere di Alba nei ricordi di chi la conosceva.
Per i testi nel libretto sono stati utilizzati gli scritti originali, fotografati da Chiesa.
Il mix è stato curato da Taketo Gohara con il Mobilis In Mobili e presso le Officine Meccaniche Recording Studio di Mauro Pagani. Lo stesso Pagani suona il violino in “Vattene Ansia”. Nel disco hanno suonato anche: Michele Carrabba, Michela Celozzi e Daniele Moretto.

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“Maria di Magdala”, il Nuovo Libro di Antonio Renda

“Maria di Magdala”, il Nuovo Libro di Antonio RendaMonza(MB).- L’associazione onlus L’Arca di Noè di Monza presenta l’opera dell’autore Antonio Renda che si titola: “Maria di Magdala” pubblicata dalla Aldenia Edizioni s.a.s di Luca Cecchi di Firenze – Anno 2015.

Questo lavoro dell’autore fa parte della raccolta “Le Monete del Rabbì” che per similitudine riprende la parabola della moneta smarrita, e poi ritrovata, narrata da Gesù durante la sua predicazione.

Il progetto editoriale prevede quattro personaggi: il primo che si identifica nell’opera <<Tu es Petrus>> edita nel 2014 dalla Aldenia Edizioni s.a.s di Luca Cecchi di Firenze in cui l’autore Antonio Renda compara virtualmente ed allegoricamente “Simon Pietro” alla moneta sempre fulgida e splendente.

Mentre, nella seconda opera il personaggio <<Maria di Magdala>> è comparabile alla moneta perduta e poi ritrovata.

Seguiranno altri due personaggi dello stesso autore le cui rispettive narrazioni completeranno la raccolta, ma i titoli ed i contenuti non possono essere anticipati in questo momento per doveri editoriali.

Le narrazioni poggiano su due basi fondamentali: gli avvenimenti storici accertati e ciò che nei Vangeli ci viene tramandato.

Queste sono le linee guida inconfutabili che nel loro insieme aiutano a comprendere la realtà socio politica di quel tempo che comunque incideva nel vivere quotidiano.

Ed in questa cornice che l’autore intercetta, perché percepisce, le ansie e le incredulità di un pescatore ( nell’opera <<Tu es Petrus>>)che, una volta conosciuto Gesù, Lo segue insieme al fratello Andrea poi divenuto anche lui Apostolo.

L’autore si pone come un essere invisibile e vive nella narrazione le stesse incredulità, i timori ed i dubbi; l’esaltazione e la meraviglia di fronte alle parole udite dall’Uomo Gesù.

Antonio Renda si trasla con il pensiero a duemila anni fa e ode le parole di Pietro alla moglie Rahel (nome immaginario per assenza di fonti), vivendo e soffrendo di quest’ultima la decisione che dovrà prendere.

Oppure, il dubbio di Pietro: “Perché io!” è il dubbio dell’autore.

Ma in tutti i frangenti, nel corso della narrazione, si scopre come i dialoghi sono tutti illuminati da una luce di certezza e di <<credo>> nelle parole del Rabbì!

Ebbene, l’opera “Maria di Magdala” ha in sé la stessa struttura; con la differenza che si parla di una giovane donna che non ha studiato a fondo le Sacre Scritture come Simon Pietro il quale, pur autodidatta, ne percepisce il <<fumus>> di speranza che è la guida integerrima del suo vivere quotidiano e del suo <<Credo>>.

Invece<<Maria di Magdala>>, pur non possedendo una tale conoscenza da incidere profondamente nel suo essere e nel suo vivere, procede per altre vie di pensiero.

L’autore ode, comunque, il lamento della donna, espresso sia con voce che con il pensiero, soffrendo con lei; come se fosse lì presente ad ascoltarne le vicissitudini della sua esistenza vicino alla fuoco lungo il litorale del mare di Galilea.

Ebbene anche in quest’opera, come in <<Tu es Petrus>>, rimangono inconfutabili e certi gli avvenimenti storici e ciò che ci trasmettono i Vangeli.

E’ nelle aree silenti della storia che l’autore immagina dialoghi ed eventi il più possibile verosimili che confluiscono con naturalità in ciò che è accertato in modo che il lettore non coglie alcun distacco.

Anzi il tutto rientra in un logico e conseguenziale divenire degli eventi.

Emerge così, in Maria di Magdala, un personaggio vero e genuino; non scevro di emozioni realmente umane che giunge con incredulità ed estasi ad esclamare dinanzi alla tomba scoperchiata del Maestro: “Rabbunì!”(Maestro mio).

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Il Teatro Nuovo di Napoli presenta La stagione teatrale 2015/2016

Il Teatro Nuovo di Napoli presenta La stagione teatrale 2015/2016Evoluzione e ricerca costante nella programmazione sono le linee guida che caratterizzano il lavoro del Teatro Pubblico Campano, diretto da Alfredo Balsamo, per il Teatro Nuovo di Napoli, che affida l’apertura della stagione teatrale 2015-2016 alla creatività di Enzo Moscato, con il debutto, in prima nazionale, dello spettacolo Grand’Estate (Un delirio fantastorico, 1937/1960… ed oltre), di cui il drammaturgo partenopeo sarà interprete e regista.
Una stagione, la prossima, all’insegna della qualità e attenta alle esigenze del pubblico, con quindici proposte sceniche in programma che, dal prossimo novembre fino ad aprile 2016, rafforzano l’impegno incessante nella programmazione della storica sala cittadina, rispettandone la vocazione storica per la ricerca propositiva.
L’offerta programmatica e la contemporaneità dei linguaggi sono molto attente alle attuali esigenze di un pubblico molto vivace, che, rispetto al passato, gode di una maggiore offerta nel panorama teatrale partenopeo, senza trascurare il passato che ha reso importante la sala di via Montecalvario.
“Sono proprio questi presupposti - sottolinea il direttore artistico Alfredo Balsamo - che ci esortano a lavorare alacremente per la creazione di una offerta culturale sempre più in sintonia con il pubblico, destinatario del nostro sforzo, in cui sia gli “affezionati” sia i “nuovi” fruitori possano trovare sempre più stimolante la nostra stagione teatrale. A partire dal prossimo anno, il cartellone sarà più ampio, ospitando, oltre ai dieci spettacoli in abbonamento, cinque interessanti proposte fuori abbonamento, unitamente ad ulteriori iniziative che arricchiranno l’intera programmazione”.
La programmazione vedrà alternarsi in scena artisti già fortemente riconosciuti da pubblico e critica quali Enzo Moscato, Toni Servillo, Maria Paiato, Arianna Scommegna, Andrea Renzi, Lino Musella, Paolo Mazzarelli, Chiara Caselli, Antonio Salines, Claudio Di Palma, Fausto Paravidino, Arturo Cirillo, Mimmo Borrelli, Imma Villa, Milvia Marigliano.
Sul palcoscenico del Teatro Nuovo saranno proposti testi di autori che vanno da Pier Paolo Pasolini a Enzo Moscato, da Ruggero Cappuccio a Fausto Paravidino, da Samuel Beckett a Josep Maria Benet i Jornet, da Giuseppe Patroni Griffi a Sergio Pierattini, da Daniel Glattauer a Sarah Kane.
Il palcoscenico del Teatro Nuovo ospiterà spettacoli e riletture firmati da importanti registi, in alcuni casi anche interpreti in scena, del panorama nazionale e internazionale come Toni Servillo, Arturo Cirillo, Enzo Moscato, Maurizio Scaparro, Carlo Cerciello, Pierpaolo Sepe, Luciano Melchionna, Mimo Borrelli, Fausto Paravidino, che tracceranno le linee artistiche della prossima stagione teatrale della palcoscenico partenopeo, le cui scelte sono sempre orientate sulla molteplicità di linguaggi e contenuti, articolati in maniera conforme all’intero programma artistico, di cui la stagione sarà vera espressione.

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RUFOLI-PARIGI/ PARIGI-RUFOLI Les amis de Pascal Jean- Pierre Duriez e Patrizia Greco Museo Città creativa 16 maggio-5 giugno

RUFOLI-PARIGI/ PARIGI-RUFOLIUno scambio artistico iniziato da alcuni anni alle Fornaci dei De Martino, scambio fra Parigi e Rufoli  (che è già stata testimone di altri sperimentalismi artistici di cui il più lontano fu quello con due ceramiste dell’Honduras )  che vedrà il suo momento espositivo presso il Museo Città creativa alle ore diciotto del prossimo sedici maggio 2015.
Jean Pierre Duriez è un artista francese che ha il laboratorio a Montmartre e che opera fin dal ‘69 ,anno in cui a Megève incontra Picasso.
L’avventura nel mondo dell’arte si sospende nel 76, anno in cui  l’artista incontra la sceneggiatrice Jackie Fryszman , e si dedicherà per un lungo periodo in cui vive a Roma, al cinema ed al teatro. E proprio i programmi televisivi ispireranno fondamentalmente i suoi quadri sui Grandi chef, sulle stelle della gastronomia mondiale.
Sono in parte questi i dipinti da cui è partita Patrizia Greco, ceramista salernitana operante da decenni nel campo della scultura ceramica.
Grazie a questo connubio artistico il cotto Rufoli è approdato a Parigi e precisamente agli Champs Elisèes Centre  Danmark l’estate scorsa. E per il prossimo sedici maggio ritorna al luogo della creazione artistica presso il Museo Città creativa fine del suo itinerario che ha visto altre città italiane e francesi.
Trenta teste umane disegnate e dipinte da Duriez sono state successivamente scolpite in argilla in parte grezza in parte smaltata dalla Grieco già da tempo operante presso il laboratorio di Rufoli e che ha operato in passato anche con altri materiali con una poliedricità  veramente singolare.
Altro scambio artistico Duriez lo ha creato con Gilbert Duran artista del design con cui ha realizzato in vari materiali una sedia artistica sui generis
In cotto ed in plexiglass.
“Un po’ espressionista,un po’ surrealista, Duriez fa dell’arte una ecole du regard.” è stato detto di lui da Claude Angelini, giornalista newyorkese.
Duriez ha percorso trasversalmente e con successo diverse strade dell’arte dalla fotografia, al teatro al cinema. I suoi dipinti sottolineano anche il forte rapporto da lui avuto con lo schermo bianco della televisione.
I suoi musicanti, i suoi marinai, i suoi chef calcano il palco bidimensionale della tela, entrano in scena alla stregua di attori, creando di volta in volta nuove trame. Le forme allungate, sinuose, che tanto evocano le figure di Toulose-Lautrec, ci invitano ad entrare nella loro atmosfera, nel loro ritmo di allegria, serenità creando una empatia positiva.
Un’arte ironica e giocosa che secondo Pasquale >Persico suo curatore in una mostra romana sottolinea che”tradizione e metamorfosi vivono insieme….e Jean Pierre mostra la  creatività del nomade che sa leggere il proprio tempo e sa vivere di città di confine dipingendo personaggi come paesaggi di una nuova ecologia, quella dell’anima”.


In contemporanea alla mostra ci sarà la mattina dello stesso giorno l’inaugurazione dell’arredo urbano in ceramica realizzato dal Liceo artistico Andrea Sabatini a copertura dei piloni del Museo che finalmente caratterizza lo spazio esterno fino ad ora spoglio ed anonimo.
L’inagugurazione sarà fatta alla presenza dell’Assessore Eva Avossa promotore del progetto e della preside Ester Andreola.
La professoressa che ha seguito il progetto e la sua fattibilità è Anna Sessa.

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BARDAMU’, parte da Roma “LE NOTTI BIANCHE YOUTUBE LIVE TOUR”

Una serie di secret-show annunciati in rete poche ore prima del loro inizio, in diretta YouTube dall’Italia e dall’estero. E’ questo “Le notti bianche – YouTube live tour”, il tour del duo Bardamù ((Alfonso Tramontana e Ginaski Wop) che partirà il 7 maggio prossimo da Roma, alle ore 20.00, da “Il Barattolo”, l’originale book-bar nel cuore di Borgo Pio (al civico 192): l’occasione per presentare l’album, “Le notti bianche” appunto, ma anche per testare le potenzialità del canale live streaming dei Bardamù
Un progetto totalmente libero e dedicato alla rete quello dei Bardamù che hanno voluto anche che il loro disco fosse disponibile sin da subito in free download.
"Dato che quello del musicista è un lavoro autonomo – spiegano - tanto vale bypassare i filtri relativi a booking e palinsesti spesso molto intasati, e rivendicare l'autonomia nel modo più diretto e indie possibile: una webcam e un Wi-Fi. È anche un modo per arrivare a più persone contemporaneamente, scegliendo le location in base al momento e alla qualità del segnale, naturalmente”. “Non è un modo di evitare o snobbare i club – precisano Alfonso e Ginaski - realtà dalla quale proveniamo, tanto è vero che questo tour parte da Il Barattolo, che è un locale predisposto, tecnicamente e idealmente, all'ascolto e all'arte".

Il nuovo lavoro discografico dei Bardamù si compone di 8 tracce inedite, dove “distanze” e “innocenze” fanno da filo conduttore. “Sound e testi – spiegano i Bardamù - intendono condurre ad una dimensione rarefatta, iperreale, come a inseguire e rifugiarsi in quelle innocenze che, ormai, geografie e tempo hanno reso distanti”.
Il riferimento letterario del titolo “Le notti bianche” è palese: come nell’omonimo romanzo di Dostoevskij la sequenza sonora del disco è scandita per blocchi: 4 notti e un mattino.
Di notte in notte - fino a un mattino pieno di verità - si articolano storie d’amore, di quartieri, di amici turbolenti, di autostrade, di bar e di cieli fumosi.

(Prima notte) - Incipit;
(Seconda Notte) - La notte a Milano; E balleremo l’amore;
(Terza Notte) - Punto di corda; Via della Vite;
(Quarta Notte) - Onda;
(il Mattino) - interludio (nda); Mentre fuggivi via;

Le notti bianche è il secondo disco ufficiale del duo Bardamù.

 

 

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